La rabbia dei trumpiani sui social: “Licenziate i giudici della Corte Suprema”

Cresce il sentimento di frustrazione nei sostenitori del presidente uscente dopo l'ennesima sconfitta in tribunale, stavolta in quello dove pensavano di vincere per i giudici nominati da Trump

12/12/2020 di Redazione

Monta la rabbia dei trumpiani dopo il no della Corte Suprema alla causa presentata dal Texas contro Pennsylvania, Georgia, Michigan e Wisconsin. E se a livello giuridico non c’erano dubbi che la questione sollevata dall’Attorney General del Texas, Ken Paxton, non avrebbe avuto alcun effetto, sul mondo MAGA (Make America Great Again) il no dei nove giudici ha avuto l’effetto di uno schiaffo inatteso. Un effetto dimostrato da uno dei migliaia di tweet scritti da sostenitori del presidente uscente, nel quale l’autore chiede di “licenziare i tre giudici nominati da Trump” in questi quattro anni perché “non sono venuti in soccorso di Trump”.

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La rabbia dei trumpiani da Twitter a Parler

La rabbia dei trumpiani corre sui social, un ululato di disperazione e rabbia tanto forte, quanto profondo è il silenzio del presidente uscente che, secondo vari report giornalistici, dopo aver saputo della sconfitta si sarebbe rifiutato di partecipare alla festa di Natale organizzata alla Casa Bianca. Una reazione stizzita e di rabbia sorda, mentre il suo avvocato Rudy Giuliani continuava la sua opera di intrattenimento mediatico annunciando a Newsmax che il presidente uscente era già pronto a portare avanti altre cause dopo il no della Corte Suprema. Sulla rete però la reazione è meno calcolata e più sanguigna, con accuse alla Corte Suprema di essere un ente marcio come CIA, FBI e tutte le altre agenzia che, in un modo o nell’altro non si sono sottomesse al volere di Trump agendo invece come in ogni democrazia liberale. E così si arriva ai militari, visti come l’ultima speranza dei fedelissimi del presidente uscente, l’ultimo bastione contro la vittoria di Biden, che avrebbe pur sempre vinto con oltre 7 milioni di voti di margine, 74 grandi elettori in più e più di 50 casi in tribunale. Una vittoria netta, che i continui tentativi di Trump di sovvertire il risultato, non hanno fatto altro che rendere ancora più grossa, netta e riconosciuta nel mondo che segue la realtà e non vive nelle bolle di OAN e Newsmax o Parler, dove ormai si parla apertamente di secessione, colpo di Stato (come se quello che sta tentando Trump da oltre un mese non lo fosse) e di chissà cos’altro visto che otto persone in Michigan erano pronte a rapire la governatrice Gretchen Whitmer per alcune restrizioni anti Covid, e qui si denuncia il presunto “furto di un’elezione” e si prospetta la “distruzione degli Stati Uniti”. Una retorica usata e coltivata da Trump, che adesso cammina sulle proprie gambe.

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