Qual è il valore degli influencer in Italia?

Abbiamo a disposizione due fonti per questa tipologia di dato: il report dell'Agcom e quello, più recente di un anno, di Derev

11/01/2024 di Redazione Giornalettismo

La necessità della regolamentazione di un settore come quello dell’influencer marketing in Italia è sicuramente derivante dal grande valore economico che porta con sé. Ci sono dei dati e delle proiezioni statistiche che, nel corso degli anni, hanno provato a quantificare esattamente l’indotto del settore. Occorre, tuttavia, tarare i dati sulla base di una platea di destinatari che sia ben più rappresentativa rispetto alla definizione che ha dato The European Digital study (uno studio di Influencity del 2021) del concetto di “influencer”. In base a questa analisi, infatti, è stato considerato influencer anche chi contava più di 1000 follower. L’Italia, in questo senso, era una delle nazioni meglio rappresentate con una quota del 2,2% della popolazione che rientrava in questa definizione. Tuttavia, chi conosce bene il settore, sa benissimo che non può – al giorno d’oggi – bastare avere 1000 followers per poter essere considerato influencer e per poter monetizzare. In ogni caso, Agcom e Derev hanno provato a quantificare quanto vale l’influencer in Italia negli ultimi anni.

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Quanto vale l’influencer in Italia: le stime di Agcom e di Derev

Per avere un quadro di quanto valga un influencer in Italia, basti considerare che – secondo un sondaggio messo in evidenza da Agcom – la categoria viene considerata portatrice di tendenza da gran parte della popolazione nazionale. Gli influencer, infatti, sono seguiti in virtù dei consigli forniti al pubblico dal 54% dei partecipanti al sondaggio, sono seguiti in base alla loro esperienza su un tema specifico dal 51% di chi ha risposto alla domanda e, inoltre, sono considerati un  modello di riferimento dal 19% delle persone che ha partecipato al sondaggio.

Queste premesse determinano un loro grandissimo impatto sul pubblico di potenziali acquirenti di un prodotto, di visitatori di una città turistica, delle persone che frequenta un ristorante o un locale di altro tipo. Tra l’altro, il sondaggio è stato effettuato nel 2021. Oggi – anche in assenza di stime ufficiali – il sempre più pervasivo utilizzo dei social network da parte della popolazione italiana (43,9 milioni di cittadini italiani nel 2023, secondo We Are Social) porta a pensare che queste percentuali siano decisamente in salita.

L’azienda di strategia e marketing digitale DeRev, invece, ha dato esattamente un prezzo a questa influenza. In un mercato come quello del 2022 (circa un anno fa, dunque), il peso specifico degli influencer sul marketing digitale ha questi volumi: 308 milioni di euro in Italia (16,4 miliardi nel mondo), con una crescita sull’anno precedente del 10%. La proiezione sul 2023 (non è ancora arrivata una stima ufficiale) era ancora caratterizzata dal segno più: l’azienda, infatti, si aspettava per l’anno appena trascorso una quota complessiva di 348 milioni di euro di valore, con una ulteriore crescita del 13%. Bisognerà capire se questa tendenza è stata effettivamente confermata.

A crescere, in ogni caso, sono i listini degli influencer medio-piccoli. La quota percentuale della crescita dei ricavi dei big influencer, infatti, è inferiore rispetto a chi si attesta al di sotto dei 300mila followers. Su Instagram (che si conferma un social in ascesa, a differenza di Facebook che – per ricavi – sta letteralmente sprofondando), gli influencer fino a 300mila followers hanno incrementato i loro guadagni di un 14% complessivo, mentre i mega influencer si sono fermati a una crescita di 1,8 punti percentuali.

TikTok, che paga di meno, favorisce invece chi ha un numero superiore di followers (è un principio semplice: l’algoritmo del social network made in ByteDance è molto più quantitativo che qualitativo). Il suo mercato, nonostante la frenata dei ricavi complessivi, ha comunque confermato i trend molto elevati degli anni precedenti.

Quanto vale un post, una story, un reel

DeRev ha fatto i conti anche rispetto alla media dei costi di un post, di una story, di un reel. Ha declinato i diversi listini anche attraverso i vari social. Facebook, davvero, paga pochissimo. Instagram e YouTube assicurano le revenue maggiori: i micro-influencer guadagnano 50-100 euro da una story e fino a 300 euro per un post mentre invece si oscilla tra i 500 euro e i 1500 euro per un video su YouTube. Gli influencer fino a 300mila followers che abbiamo citato prima possono ottenere 800 euro per un post (in alcuni casi eccezionali si arriva però anche a 4mila euro) e guadagnano dai 250 ai 1500 euro per una story. Su YouTube, ancora una volta, hanno gioco più facile: grazie ad audience molto più fidelizzate, un video può fruttare a questa categoria di creator fino a 20mila euro. I big influencer, le celebrities da oltre 5 milioni di followers, ovviamente la fanno da padrone: tra i 20mila e i 75mila euro per un post, tra i 7500 e i 30mila euro per una story. Su YouTube, chi riesce a sfondare il tetto del milione di iscritti al canale può arrivare a ottenere 80mila euro con un singolo video.

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