Non tutte le regioni potrebbero riaprire agli spostamenti dal 3 giugno
20/05/2020 di Redazione
Quali regioni riaprono il 3 giugno? Oggi, nel corso dell’audizione del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia in Commissione Federalismo fiscale alla Camera mostra un aspetto che, nei giorni immediatamente precedenti alla firma del nuovo dpcm sulle riaperture del 18 maggio, era in qualche modo circolato. Ovvero, la predisposizione alla riapertura regionale solo nelle regioni a rischio contenuto. Non è detto dunque che tutte le 20 regioni italiane potranno riaprire i loro confini nella giornata del 3 giugno.
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Quali regioni riaprono il 3 giugno, le parole del ministro Boccia
Il ministro Francesco Boccia ha sottolineato come le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla riapertura delle regioni siano sostanzialmente confermate. Tuttavia, occorrerà sottoporre i singoli territori alle valutazioni del comitato tecnico-scientifico, in base ai 21 parametri individuati per tenere sotto controllo la curva del contagio in Italia.
«L’ipotesi di programmare le riaperture interregionali dal 3 giugno è stata ufficializzata – ha spiegato Boccia – ma a condizione che si rispettino i dati del monitoraggio. Se una regione è ad alto rischio, è evidente che non può partecipare alla mobilità interregionale». La valutazione del rischio in base ai 21 parametri (tra cui l’R0 del contagio, ma anche il numero di persone nelle strutture ospedaliere, l’incremento dei contagi e delle morti e altri valori indicati dal comitato tecnico-scientifico) avviene ogni venerdì.
Quali regioni riaprono il 3 giugno, il rischio per le regioni che non rispetteranno i parametri del contagio
In base all’ultimo monitoraggio effettuato nella scorsa settimana (e che teneva parzialmente conto anche di una parte del mese di maggio interessata da un primo allentamento del lockdown, quello avvenuto dopo il 4 maggio) non si registrano regioni ad alto rischio, ma soltanto a rischio medio. Tra queste, l’Umbria, la Lombardia e il Molise. Non è escluso che i dati sulla base di questo monitoraggio possano cambiare con il tempo e con le nuove aperture che, nel frattempo, sono state predisposte.
La valutazione sulla possibilità di spostamento tra regioni, dunque, dovrà attendere la data del 29 maggio, l’ultimo venerdì prima del 3 giugno in cui il comitato tecnico-scientifico fornirà i dati di monitoraggio del contagio nelle regioni. Al momento, ci si può spostare soltanto con l’autocertificazione per motivi di lavoro, di salute o di assoluta necessità. Per questo il 3 giugno era considerata un po’ la data della fine di ogni restrizione. Nel caso in cui una delle 20 regioni italiane fosse considerata a rischio alto, tuttavia, allora il suo territorio potrebbe restare ancora off-limits.