No, Pubblicità Progresso non ha fatto la campagna «non gliela dare senza Green Pass»

Le immagini hanno fatto rapidamente il giro del web, passando anche dalle stories di profili molto noti. Ma non corrispondono al vero

21/07/2021 di Gianmichele Laino

L’immagine centrale del film The Wolf of Wall Street. L’intestazione ammiccante: «Non gliela dare senza Green Pass». La call to action: «Aiuta anche tu a convincere gli indecisi». Lo slogan, tra l’altro ripreso male da quello che era stato scelto per la campagna di vaccinazione: «L’Italia riparte con un fiore». Il logo, in basso a destra, di Pubblicità Progresso a voler dare una sorta di ufficialità a questa card promozionale. Ma è tutta una bufala, dal momento che la fondazione che, dal 1971, si occupa di sensibilizzare la popolazione italiana su temi civili, culturali ed educativi, cercando di promuovere comportamenti virtuosi, non ha assolutamente la paternità di questa campagna.

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Pubblicità Progresso e la campagna-fake «Non gliela dare senza Green Pass»

Pubblicità Progresso
Il meme che NON corrisponde a una reale campagna di Pubblicità Progresso

Il messaggio, sessista e indelicato, non rientra affatto nello spirito con cui la fondazione Pubblicità Progresso conduce le proprie campagne di informazione. Evidentemente, qualche buontempone ha approfittato del dibattito di questi giorni sull’opportunità di accedere a diversi servizi (compresi quelli di ristorazione o trasporto pubblico) con il green pass per realizzare questa card e per farla circolare in maniera piuttosto penetrante sulle piattaforme di social networking. L’immagine, ad esempio, è stata condivisa – in maniera neutra, senza alcun commento e probabilmente con un intento ironico – anche tra le IG Stories di Selvaggia Lucarelli. L’utente medio, tuttavia, nel mare magnum della comunicazione via social non riesce a distinguere cosa è effettivamente vero e cosa, invece, fa parte di quel bacino infinito delle fake news.

Purtroppo, non è la prima volta che il logo della fondazione venga impiegato per la realizzazione di meme ironici, che non corrispondono effettivamente ad alcuna delle numerose campagne portate avanti. Nel caso specifico, tuttavia, si può agevolmente notare che quello in basso a destra è il logo storico della Fondazione, non accompagnato da quello che recentemente viene utilizzato per brandizzare le campagne, più moderno e innovativo.

Del resto, basta una rapida navigazione sul sito della Fondazione (e sui suoi canali social) per verificare che l’ultima campagna promossa – dal titolo Smetti di Posticipare – riguarda la diagnosi precoce dei melanomi. Nulla a che vedere con allusioni sessiste all’utilizzo del green pass.

La nota di Pubblicità Progresso

Intorno alle 13.00, Pubblicità Progresso ha preso con forza le distanze dalla pubblicazione di questa immagine. In una nota, pubblicata anche sui suoi canali social, ha espresso il proprio punto di vista sulla vicenda: «Pubblicità Progresso – si legge – si occupa di diffondere una comunicazione sociale EDUCATIVA e si dissocia completamente dai contenuti e dalle immagini riportate nel post che segue. Il nostro vecchio logo è stato inserito impropriamente e senza alcuna autorizzazione».

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