Giuseppe Conte prorogherà la chiusura delle scuole e delle attività: il 25 marzo e il 3 aprile non varranno più

Le date del 25 marzo per la chiusura delle attività commerciali (prevista dal dpcm dell’11 marzo) e quella del 3 aprile per la chiusura delle scuole (prevista a partire dal 4 marzo scorso) erano subito sembrate troppo ottimistiche rispetto all’applicazione delle restrizioni per contenere il contagio da coronavirus. Adesso, anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che – dopo aver tenuto una riunione con tutti i ministri del governo – ha avuto un colloquio con il Corriere della Sera, sembra orientato alla proroga chiusura totale.

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Proroga chiusura totale, lo scenario previsto da Giuseppe Conte

Il passaggio cruciale è questo: «È chiaro che i provvedimenti che abbiamo preso, sia quello che ha chiuso molto delle attività aziendali e individuali del Paese, sia quello che riguarda la scuola – ha detto Conte -, non potranno che essere prorogati alla scadenza». Finora questa è l’unica cosa certa: le attività commerciali e le scuole non riapriranno il 25 marzo e il 3 aprile. Ma la loro chiusura sarà estesa, probabilmente anche dopo Pasqua.

Uno scenario che sembra essere necessario, dal momento che i segnali che arrivano dalla curva dei contagi va proprio in quella direzione: nel prossimo fine settimana ci si aspetta che il contenimento possa dare dei risultati concreti su quei bollettini diramati dalla protezione civile che sembrano sempre di più bollettini di guerra e che solo nella giornata di ieri hanno fatto registrare 435 morti, un numero che – in sole 24 ore – non si era mai visto neanche in Cina.

Proroga chiusura totale: ipotesi per attività commerciali e scuola

Ma quali sono le ipotesi per estendere i provvedimenti? Non si hanno ancora indicazione sull’estensione della chiusura delle attività commerciali, mentre qualcosa in più è trapelato per quanto riguarda la chiusura delle scuole. Il governatore del Piemonte Alberto Cirioanche lui positivo al coronavirus – aveva previsto una data possibile: «Credo che si tornerà a scuola dopo Pasqua, mercoledì 15 aprile. Questa è la data minima. I diagrammi continuano a salire, resto favorevole a misure rigide». Tuttavia, il comitato tecnico-scientifico che aveva analizzato inizialmente questo scenario aveva parlato di un blocco inutile se non fosse stato di almeno 60 giorni.

Il che significherebbe rientrare tra i banchi di scuola all’inizio di maggio, con tutto ciò che consegue su promozioni, bocciature, sull’esame di maturità e anche sull’inizio dell’anno accademico nelle università, con le date dei test di ingresso e degli esami che sono tutte da rimodulare. In Cina, del resto, la chiusura delle scuole sta andando avanti anche ora che la fase acuta del contagio sembra essere alle spalle: non avrebbe senso, infatti, ai primi segnali positivi, tornare a condurre la vita di sempre. Il rischio di una ricaduta sarebbe troppo alto.

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