Ma davvero IO App ha problemi a gestire 6mila contemporaneità?
Le motivazioni spiegate da Palazzo Chigi
07/12/2020 di Gianmichele Laino
Da questa mattina, tutti i cittadini italiani stanno cercando di fare una cosa che – in conferenza stampa di presentazione – il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva definito facilissima. Cercare di associare i propri sistemi di pagamento elettronici (bancomat e carte di credito, ma anche i sistemi Apple Pay e Satispay) a IO App, l’applicazione della pubblica amministrazione in Italia. Ma, al momento, riuscire nell’impresa non è affatto scontato. Anzi. La rotellina dell’attesa continua a girare a vuoto, mentre tra i più fortunati ci sono quelli che riescono ad avere una spiegazione dal sistema: «Non è stato possibile caricare i metodi di pagamento, riprova per piacere». Insomma i problemi IO App ci sono e non è tutto facile come è stato detto.
LEGGI ANCHE > Cashback di Stato: si parte l’8 dicembre, come ottenere il rimborso sugli acquisti
Problemi IO App, la spiegazione di Palazzo Chigi
A metà giornata, con il governo del Paese in preda agli equilibrismi interni sul Mes e sulla task force di esperti per guidare il programma sul Recovery Fund, Palazzo Chigi è stato comunque in grado di far sapere – lo riporta il Corriere della Sera – il perché di questi problemi con la finalizzazione dell’iscrizione al sistema che serve per accedere al cashback di Natale, quella restituzione sugli acquisti fatti con moneta elettronica (e che riguarda però soltanto i negozi fisici) che può arrivare fino a 150 euro entro il 31 dicembre.
E la spiegazione sembra davvero surreale: «Solo nelle prime ore di oggi – si sottolinea – sull’app IO abbiamo ricevuto quasi mezzo milione di nuove richieste, con picchi di circa 6000 accessi al secondo». PagoPa, invece, ha spiegato che sono state aggiunge altre «324mila carte di credito» (mentre sono già circa 1 milione gli utenti totali che hanno caricato almeno un metodo di pagamento).
Problemi IO App: l’ostacolo insormontabile
Un normale sito web riesce a gestire agevolmente questo «picco di accessi», senza per questo andare in sofferenza. Possibile, dunque, che un sistema piuttosto basico nel processo di digitalizzazione del Paese debba trasformarsi in una sorta di corsa a ostacoli che risulta a tratti disincentivante per il cittadino? Ovviamente, nei giorni successivi, non ci si troverà a far fronte a richieste così alte: ma funzionerà tutto bene quando i cittadini andranno ad associare i loro pagamenti elettronici all’app IO? O ci saranno problemi nel conteggio che potrebbero aprire a soluzioni anche piuttosto imbarazzanti?