I giornali continuano a riportare la falsa storia dei positivi al supermercato
La storia dei positivi al supermercato beccati dal medico di base, della quale non esistono prove, continua ad essere riportata anche da testate nazionali
27/04/2021 di Ilaria Roncone
Sono settimane che sui giornali locali – ma anche su quotidiani nazioni – circola la storia dei positivi al supermercato dal medico di base che avverte il punto vendita affinché li richiami. Una storia che può far gola al mondo del giornalismo, ammettiamolo, viste le dinamiche e la conseguente possibilità di fare titoloni acchiappaclick e di vederla diventare virale. Di storie più o meno verosimili ne vediamo vediamo e sentiamo moltissime: scritte sui social, raccontate via audio, rilanciate a partire da blog di dubbia affidabilità. Il problema, però, è che questa volta sono molte le testate famose e – in teoria – credibili che hanno rilanciato questa storia. Una storia che, come stiamo per vedere, cambia anche leggermente trama di volta in volta ma che è sempre la stessa.
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Le origini della storia dei positivi al supermercato
Si sarebbero presentate ben 6 persone. Quello individuato dal medico più altri 5 usciti nonostante l’obbligo di quarantena. La riferisco con tutti i dubbi di una storia arrivatami via “me l’ha detto Tizio la cui sorella fa la cassiera lí”. #lockdown no?
— Thersites🌷 (@cargiov) March 5, 2021
Partiamo dalle origini. Alla testata Butac sono arrivare una serie di segnalazioni su questa storia e – ogni volta – si trattava di versioni leggermente diverse tra loro ma tutte riconducibili alla stessa trama centrale. La redazione ha indagato fino ad arrivare alla fonte della storia, ovvero la prima volta che in rete se ne è sentito parlare. Si tratta del post che abbiamo inserito sopra, datato 5 marzo 2021. Alla fine del racconto l’autore precisa: «La riferisco con tutti i dubbi di una storia arrivatami via “me l’ha detto Tizio la cui sorella fa la cassiera lí”». Un racconto palesemente riferito per sentito dire, quindi, che poi è stato riformulato da molti altri sui social fino ad assumere anche sfumature diverse (è il caso della famiglia individuata dal medico a Canicattì e delle persone presenti nel supermercato immediatamente sottoposte a tampone).
Che una storia del genere rimbalzi sui social e diventi un audio con diffusione virale su Twitter non sorprende. Il punto è quando questa stessa storia viene presa e riportata dai giornali locali e da alcune testate nazionali senza aver fatto le opportune verifiche o addirittura dopo essere già stata smentita.
Troppi giornali hanno riportato questa storia
Andando su Google e digitando la parola chiave “positivi al supermercato” si capisce subito la portata e la diffusione della storia considerate le parole suggerite: Firenze, Pistoia, Desio, Parma (e ci fermiamo qui). La notizia, di fatti, è stata riportata da moltissime testate locali affidabili ed è rimbalzata di provincia in provincia, da Nord a Sud. Appena 23 giorni dopo la prima traccia di questa storia in rete, Repubblica ha pubblicato un articolo nell’edizione di Firenze spiegando che si trattava di una fake news. Peccato solo che lo scorso 17 aprile su Repubblica Palermo sia apparsa una storia – data per vera – molto simile.
Tra le altre testate che hanno riportato questa storia e tutte le relative versioni troviamo Il Quotidiano italiano di Bari – con la conseguente smentita da parte del direttore del presunto supermercato in cui il fatto sarebbe accaduto -. C’è poi Il Tempo, che il 25 aprile ha riferito la stessa storia – la trama è la stessa, con supermercato e medico che vede il suo paziente positivo, ma lo scenario stavolta è Sassari, in Sardegna – riportando parte di un articolo pubblicato dal Corriere della Sera lo stesso giorno. Nel continuo gioco di “come riporta tizio, come riporta caio” sarebbe bene che i giornali verificassero la veridicità di quello che riportano per non alimentare leggende metropolitane.