Chi fa divulgazione online sui farmaci, cosa pensa di RxPass di Amazon?

Abbiamo consultato diversi pharmainfluencer, che ci hanno messo in guardia sullo strumento lanciato recentemente dal colosso dell'e-commerce

27/02/2023 di Gianmichele Laino

Nel nostro approfondimento di oggi, abbiamo parlato di RxPass, la piattaforma di Amazon che consentirà, almeno negli Stati Uniti, di acquistare farmaci con prescrizione senza passare dalle farmacie, facendoseli spedire direttamente a casa. Ovviamente, si tratta di un sistema che in Italia non è in alcun modo consentito, almeno stando alle attuali leggi dello Stato. Tuttavia, l’evoluzione digitale sta galoppando e non è detto che – a breve – non ci possa essere qualche novità da questo punto di vista. Per questo, ci è sembrato interessante raccogliere il parere dei pharmainfluencer che, quotidianamente, usano i social network per fare divulgazione e per offrire un ulteriore consiglio agli utenti del web rispetto a tematiche di carattere sanitario.

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Il parere dei pharmainfluencer su RxPass di Amazon e sulle possibili implicazioni di questo nuovo strumento

Per avere delle indicazioni di questo tipo, ci siamo rivolti a Blendistrict (@blendistrictitalia), un’agenzia di comunicazione e di talent specializzata nelle verticali dei professionisti nel mondo beauty e pharma. L’agenzia è stata fondata da Tiziana Iazzetta, esperta in marketing e gestione di impresa.  Abbiamo parlato con alcuni pharmainfluencer della squad farmacisti per avere il loro punto di vista.

L’opinione di Raffaella De Vito

Raffaella De Vito, che sui social ha un progetto denominato @pharma_consiglio, ci ha spiegato il suo punto di vista su RxPass: «Penso che per l’utente – dice a Giornalettismo -, per quanto possa essere un benefit vista l’accessibilità di un farmaco su una piattaforma digitale, possa essere un’arma a doppio taglio. Quando si parla di farmaci con prescrizione medica, c’è bisogno spesso del consiglio del farmacista per far capire come si assume un farmaco. Pensiamo, banalmente, anche alla scrittura dei medici che spesso è incomprensibile: il paziente non può essere lasciato solo in questo caso e ha bisogno spesso di una conferma in più. Penso anche che molto spesso i medici specialisti non dicono per quanto tempo il paziente debba prendere un determinato medicinale e un uso prolungato e non giustificato di quest’ultimo può comportare seri problemi di salute».

Il confronto tra RxPass e le farmacie digitali che sono ampiamente diffuse (anche in Italia) viene spontaneo. Ma rimarcare la differenza tra le due tipologie di piattaforme è altrettanto necessario. Per questo la dottoressa De Vito afferma: «Amazon non è una farmacia online: nella farmacia online ci sono persone che rispondono h24 e possono dare tutte le delucidazioni possibili. Su Amazon tutto ciò non avviene, anzi: spesso non si conosce nemmeno la persona che invierà quel farmaco. In ogni caso, la farmacia online può affiancare l’attività delle farmacie fisiche se si ha del personale a disposizione e se si ha la merce a terra. Bisogna, infatti, avere vasta possibilità di scelta e del personale esperto che sappia gestire il mercato: internet ti premia e ti posiziona in alto nelle barre di ricerca se hai un prezzo che possa essere competitivo. Ma se non hai personale che possa riuscire a fare questo, purtroppo la farmacia online andrà a perdere: si vedono continuamente nascere farmacie online che chiudono dopo poco tempo».

Non è detto, tuttavia, che con la progressiva digitalizzazione della società – anche in Italia – ci possa essere una possibilità nella proposta di un servizio simile a RxPass anche nel nostro Paese. Soprattutto se il legislatore dovesse cambiare idea rispetto a quanto previsto attualmente: «In un futuro, ma molto lontano, lo vedo possibile – conclude la dottoressa De Vito -. Al momento, c’è una grande restrizione sui farmaci, anche dal punto di vista della pubblicità. Lo sperimentiamo quotidianamente con la nostra attività sui social network. Se dovesse cambiare la normativa sulla pubblicità dei medicinali, allora forse potranno cambiare anche queste piattaforme. Ma in un futuro molto lontano: la burocrazia è molto complessa, l’online è visto come una fonte di guadagno in più rispetto alla farmacia fisica e poi il legislatore italiano non è esattamente famoso per stare al passo con i tempi rispetto alle nuove tecnologie».

L’opinione di Stefano Briganti

Sul futuro, invece, è molto meno ottimista il dottor Stefano Briganti (@ilfarmacistaconsiglia.tv). «Già in questa fase storica, con tutto quello che circola online, possono esserci dei rischi per il paziente e l’utente non informato. È giusto agevolare e promuovere sempre servizi come quello della reperibilità del farmaco e della disponibilità presso l’abitazione del paziente, ma non bisogna mai tralasciare il fatto che abbia tanti effetti collaterali, a volte irreparabili. Quello che vediamo oggi è già il limite, perché non spinge il paziente a chiedere delle informazioni a degli esperti». Nessun dubbio, invece, sul giudizio a proposito di RxPass: «I lati positivi possono esserci soltanto nel momento in cui il paziente non può raggiungere la farmacia: per tutto il resto, già oggi – anche senza un sistema come quello pensato da Amazon – c’è poca tutela nella distribuzione del farmaco».

Le conclusioni di Vincenzo Spinelli

Su questo punto di vista concorda anche Vincenzo Spinelli che, sui social, viene conosciuto come @ilfarmacistaviaggiatore. «Ho un giudizio negativo su RxPass. Ok il poter ordinare su internet prodotti di cosmesi o per integrazione. Anche su questi, tuttavia, bisognerebbe fare molta attenzione ed evitare il fai-da-te, perché su questo c’è molta poca informazione. Il farmaco, invece, deve essere assunto con la supervisione di chi lo somministra, soprattutto se parliamo di medicine con prescrizione». Piuttosto che cercare piattaforme del tipo di RxPass, occorrerebbe migliorare il servizio di farmacia digitale. Afferma il dottor Spinelli: «Io immagino di più un servizio di un farmacista che abbia la possibilità di offrire un consulto online, attraverso una piattaforma ad hoc. È quello che facciamo noi pharmainfluencer: estendiamo il nostro lavoro dietro al banco con la nostra attività sui social network. Insomma, non riesco a immaginare un servizio che, in futuro, faccia a meno della figura del farmacista. Le farmacie non scompariranno: spariranno, al massimo, quelle che non sapranno adattarsi ai tempi».

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