Perché la propaganda russa ha trovato in Twitter/X il veicolo “perfetto”?
Per fare il punto della situazione sulla propaganda su Twitter è importante ricordare una delle prime mosse che Musk ha fatto una volta approdato a Twitter: mettere alla porta il team di moderazione
04/09/2023 di Ilaria Roncone
Lo studio Ue sugli account che diffondono in maniera massiccia la disinformazione russa non fa altro che confermare qualcosa che, effettivamente, è già emerso la scorsa primavera. Ne parlava BBC lo scorso aprile sottolineando come i tagli del personale – a tal proposito avevamo intervistato una ex dipendente, Melissa Ingle, che ci ha parlato dei licenziamenti e di cosa sarebbe stato della moderazione di Twitter – avessero fatto sì che i troll russi e cinesi rimanessero sulla piattaforma senza alcun tipo di controllo. Il fatto che la propaganda su Twitter avesse trovato un maggiore margine di manovra dopo il licenziamento del team umano impegnato ad arginarla, quindi, è stato evidente dopo qualche mese appena dal cambiamento.
Propaganda politica che, ricordiamolo, faceva già ampiamente parte delle elezioni americane del 2016. Già nel 2018, infatti, l’FBI aveva messo in guardia sull’esistenza di una serie di account che impersonavano veri cittadini americani che compivano una serie di sforzi per influenzare le elezioni Usa del 2016. Proprio allora Twitter e Facebook avevano, viste le evidenze, iniziato ad assumere quel persona specializzato che Musk ha deciso di fare fuori.
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La propaganda su Twitter era gestita dal team di moderazione licenziato da Musk
L’azione del team di moderazione di Twitter era quella di monitorare la disinformazione dei vari Paesi per scopi di propaganda e influenza politica, ovvero tutte quelle botnet create apposta e gestite in campagna coordinate da Paesi come Russia, Iran e Cina. Lo scopo è quello di influenzare quanto più possibile l’opinione pubblica minando, di fatti, la democrazia. In occasione della sua inchiesta, BBC ha chiamato in causa una serie di ex dipendenti – che X ha licenziato o che si sono poi licenziati a loro volta – che hanno fatto una serie di dichiarazioni in modo anonimo.
Tra accordi di non divulgazione e minacce ricevute online, ciò che è emerso è che «l’intero livello umano è stato spazzato via. Tutto ciò che resta a Twitter sono i sistemi di rilevamento automatico». Mentre Musk ha affermato, in tutti questi mesi, che la sua gestione ha portato meno disinformazione su Twitter, la verità è diversa.
Il pericolo delle troll farm
Esistono delle vere e proprie troll farm (fenomeno di cui abbiamo parlato in passato), gruppi organizzati di persone che pubblicano messaggi coordinati. Il termine è nato proprio in Russia, dove per la prima volta dei giornalisti lo hanno utilizzato per definire una rete di 300 persone pagate e gestite dal capo del gruppo di mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin.
Da quando questo fenomeno ha trovato un nome, sono emerse troll farm coordinate per influenzare moltissimi Paesi tra cui Brasile, Polonia, Messico e Turchia. Oltre a questo, le troll farm si sono rivelate strumenti di propaganda anche in contesti di conflitti etnici e di guerre. Una minaccia che è difficile non considerare e che non dovrebbe essere, evidentemente, sottovalutata.
La rete di Twitter non riesce a rilevare tutti i troll che fanno disinformazione e, sicuramente, il licenziamento di tutti coloro che si occupavano della moderazione ha dato il colpo di grazia in tal senso. Anche gli ex dipendenti hanno confermato che, ora come ora, Twitter non dispone delle risorse necessarie per individuare e neutralizzare in tempi rapidi – prima che possa fare il suo effetto – la propaganda straniera.
Il team che Musk ha lasciato a casa era ben assortito, composto da esperti provenienti da diversi settori (informatica, giornalismo, agenzie governative, ONG) che parlavano diverse lingue (inglese, mandarino, spagnolo, portoghese, russo, mandarino, cantonese, russo) e tutti sono stati messi alla porta così come da volere di Musk. E ora che l’Unione europea esige determinati standard e pubblica studi in cui è evidente che Twitter (e altri social media) non riescono a rispettare il DSA? C’è da capire le intenzioni di Musk: assumerà personale (che sarà meno “woke” di quello precedente, ovviamente, rispettando i suoi gusti) o pagherà le multe quando sarà il momento?