Cosa dice lo studio sulla propaganda russa diffusa attraverso X

I dati parlano chiaro: il cambio di politiche voluto da Elon Musk ha portato la piattaforma a essere la più utilizzata (anche con disinformazione) dai sostenitori delle narrazioni del Cremlino

04/09/2023 di Enzo Boldi

Una ricerca che pone le sue fondamenta su come il Digital Service Act possa essere utile per limitare la disinformazione attraverso i social network. E lo ha fatto partendo dai fatti più recenti, metro storico di come la propaganda possa dilagare senza controllo sulle piattaforme: la guerra in Ucraina e tutti i suoi contorni politico-sociali e internazionali. Lo studio della Commissione UE ha provato a fornire una fotografia di come i principali social abbiano tentato di mitigare il “megafono” della propaganda russa e se in molti casi la risposta è stata positiva, per quel che riguarda ciò che accade su X non tutto è andato come si poteva sperare.

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La ricerca della Commissione UE – condotta dal gruppo di analisi no-profit Reset – ha messo in parallelo i dati raccolti tra l’inizio dell’invasione russa in Ucraina e la fine del 2022 con quelli dei primi mesi dell’anno in corso. E proprio in base ai numeri (si parla, in particolar modo, di engagement e diffusione dei contenuti) è stato registrato un calo nelle interazioni (quindi nella portata) degli account che fanno propaganda pro-Cremlino sulle piattaforme social di Meta (Instagram e Twitter). Il trend generale, però, è in crescita guardando a tutto l’ecosistema web-social. E a trascinare questi numeri è stata proprio la “creatura” guidata da Elon Musk:

«La portata degli account pro-Cremlino è aumentata tra gennaio e maggio del 2023, con un coinvolgimento medio in aumento del 22% su tutte le piattaforme online. Tuttavia, questo aumento di portata è stato in gran parte guidato da Twitter, dove il coinvolgimento è cresciuto del 36% dopo che l’amministratore delegato Elon Musk ha deciso di revocare le misure di mitigazione sugli account sostenuti dal Cremlino, sostenendo che “tutte le notizie sono in qualche misura propaganda”».

Dunque, un cambio di passo che, poi, si è trasformato in una decisione i cui effetti ancora devono palesarsi all’interno di studi e ricerche. Perché proprio nei giorni che hanno anticipato la fine della raccolta dati per questo studio commissionato dall’Unione Europea, Elon Musk ha deciso di depennare Twitter (ancora si chiamava così) dal Codice di condotta dell’UE sulla disinformazione. Anche se si trattava di una partecipazione meramente volontaria, questa mossa ha scombussolato l’attesa dell’entrata effettiva in vigore del Digital Service Act.

Propaganda russa su X, cosa dice lo studio della Commissione UE

Lo stesso studio sulla propaganda russa su X, infatti, ha messo in evidenza un altro aspetto: a metà aprile Elon Musk aveva deciso di dire stop al monitoraggio degli account pro-Cremlino e alla disinformazione che condividevano attraverso la piattaforma social. Dunque, all’inizio Twitter – così come Facebook e Instagram – intervenne con veemenza per limitare i profili-megafono delle narrazioni disinformative di Mosca, per poi fare un deciso passo indietro in nome della “libertà di espressione del pensiero”. Senza pensare alla disinformazione e puntando tutto sull’engagement (fondamentale per le piattaforme social).

Le cause

Detto che la propaganda russa su X ha proliferato più che su ogni altra piattaforma (ma sugli altri social la situazione non è di gran lunga migliore), si devono cercare le cause di questa situazione. Perché prima dell’abbandono del Codice di condotta dell’UE sulla disinformazione e prima della decisione di non effettuare approfondimenti sulla natura pro-Cremlino (anche attraverso condivisione di fake news) da parte di una costellazione di account, il problema era sempre lo stesso. Il motivo è piuttosto semplice: Musk aveva deciso di smantellare una enorme fetta dello staff interno a Twitter, compresa la sezione che – in precedenza – si occupava di monitorare e moderare le attività degli utenti sulla piattaforma social. Dunque, senza un controllo, X è tornato ad avere l’ecosistema perfetto per far proliferare il megafono della propaganda di Putin.

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