Tornare a viaggiare con il passaporto vaccinale digitale

Sono molte le organizzazioni che lavorano al passaporto vaccinale

28/12/2020 di Ilaria Roncone

Con le vaccinazioni che sono cominciate in tutto il mondo e la luce alla fine del tunnel che comincia a intravedersi, sono tanti quelli che si domandano quando potremmo tornare a vivere la nostra esistenza normalmente e quindi tornare a viaggiare, a uscire andando per negozi e per locali e ad andare al cinema, a vedere concerti e spettacoli a teatro. Proprio allo scopo di velocizzare il ritorno alla vita come la conoscevamo prima sono molte le aziende tecnologiche, in tutto il mondo, che stanno iniziando a lavorare a un passaporto vaccinale. Quello stesso passaporto cui Arcuri aveva fatto cenno e che si potrebbe sostanziare nel registrare e fornire – quando vengono richieste – informazioni sullo stato vaccinale e sul tampone negativo di ognuno di noi.

LEGGI ANCHE >>> Tutti quelli che si aspettavano la diretta social del vaccino di De Luca rimarranno delusi

L’idea del passaporto vaccinale digitale

Ci stanno già lavorando in molte parti del mondo e l’idea base è quella di un passaporto vaccinale digitale. C’è lo IATA Travel Pass, un pass sanitario digitale annunciato dall’Associazione internazionale del trasporto aereo che darebbe la possibilità di viaggiare senza poi sottoporsi a quarantena obbligatoria; si tratterebbe di un app che, tramite QR code, mostrerebbe alle autorità portuali la situazione sanitaria del passeggero. Tramite questo codice si avrebbe la conferma dello stato di vaccinazione e dei test Covid di ogni passeggero. L’app in questione dovrebbe essere rilasciata nel primo trimestre del 2021 sia per Android che per iOS in seguito ad accordi con le autorità governative. Oltre allo IATA Travel Pass c’è il CommonPass, già in test dal mese di ottobre presso alcune compagnie aeree come United Airlines e Cathay Pacific, che funziona nello stesso modo.

Problemi e privacy per il passaporto vaccinale

I vantaggi dell’adozione di tali sistemi sono evidenti: tutti i viaggiatori potrebbero spostarsi provando di soddisfare i requisiti di ingresso nei paesi levando alle autorità per l’immigrazione e al personale delle varie compagnie aeree l’incombenza di controllare la legittimità di tutti i requisiti e dei documenti sanitari forniti. Ci sono però una serie di problemi e di criticità per i passaporti vaccinali, a partire dalla ormai ben nota questione privacy: perché i passaporti vaccinali vengano accolti e, di conseguenza, utilizzati dalla popolazione deve esserci totale trasparenza e tutela della privacy di ciascun individuo. Altre criticità sono sicuramente il rispetto dei diritti umani – anche solo superare il fatto che non tutti hanno eguale accesso a strumenti sanitari e tecnologici – e l’adozione di una serie di standard uniformi. L’adozione di una miriade di diverse applicazioni e di diversi standard per ogni autorità governativa porterebbe solo a una frammentazione e a una confusione di cui non abbiamo certamente bisogno. A tal proposito sta lavorando la Covid-19 Credentials Initiative, collettivo che conta oltre 300 persone che rappresentano decine di organizzazioni di ognuno dei cinque continenti – comprese CommonPass, Ibm e la Linux Foundation Public Health – il cui compito è quello di aiutare a combattere il Covid.

Share this article