Il Pd ha depositato una mozione di sfiducia al governo

Non ce la fa più il Partito Democratico e deposita una mozione di sfiducia all’esecutivo di Giuseppe Conte. Di grande rilievo il caso Armando Siri: anche se non viene citato in maniera esplicita, si legge il riferimento alla presenza di «un condannato per bancarotta fraudolenta». La lista delle motivazioni continua, e il Senato comincia ad assumere l’aspetto del vero terreno di gioco.

Il Pd ha depositato una mozione di sfiducia al governo

La vicenda di Armando Siri è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il testo della mozione di sfiducia presentata dal Partito Democratico infatti fa riferimenti ben più ampi, parlando di «tensioni politiche e continue fibrillazioni che investono con frequenza e intensità crescenti la maggioranza di governo, unite al conclamato fallimento delle politiche per la crescita». Che tiri una brutta ariano è una novità, ma il partito guidato da Nicola Zingaretti sottolinea come tali modalità e atteggiamenti stiano « conducendo il Paese verso una condizione irreversibile di stallo politico-istituzionale e di declino economico e sociale, che l’esecutivo in carica non appare più in grado di fronteggiare». Ma oltre all’atmosfera, l’esecutivo ha un problema di pragmaticità. La mozione evidenzia «il fallimento della politica economica del governo», lo accusa di non aver «fornito alcun elemento idoneo a sostenere credibilmente gli obbiettivi della manovra di bilancio per il 2020» e di non essere riuscito ad evitare l’aumento dell’Iva.

Il Senato diventa decisivo: la differenza sta in soli 4 voti

La domanda sorge spontanea: ha davvero senso presentare una mozione di sfiducia ad un governo che, nonostante tuttigli strappi e i tira e molla, è riuscito a superare incolume la sfiducia contro il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e il voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Diciotti? Forse, sì. Perché ad ogni affondo, la maggioranza perde pezzi, sopratutto il Movimento 5 Stelle, dove le fila dei dissidenti e degli esasperati si ingrossano sempre di più. Soprattutto al Senato dove per ottenere la maggioranza assoluta e quindi lasciarsi alle spalle la mozione il M5S ha bisogno di 161 voti di salvataggio, e ci arrivano davvero per un pelo grazie alla Lega. Una manciata di voti, solo 4, che potrebbero fare la differenza. E la mozione presentata dal Pd potrebbe anche unire tutte le opposizioni, compresi i partiti di destra ormai apertamente esasperati dal legame di Matteo Salvini con i pentastellati.

(credits immagine di copertina: Giuseppe Conte ANSA/GIUSEPPE LAMI ; Nicola Zingaretti ANSA/EMANUELE PENNACCHIO)

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