Come Papa Francesco ha sfruttato i nuovi media per la sua comunicazione

Il lungo processo che sta dietro alla divulgazione via social network di Papa Francesco è iniziato comunque con il suo predecessore Joseph Ratzinger. Grande input, negli anni, è stato dato da mons. Dario Viganò

28/08/2023 di Gianmichele Laino

Giornate mondiali della Gioventù, evangelizzazione anche nei luoghi più impervi del mondo. Sono sfide che, secondo Papa Francesco, non possono essere affrontate senza una presenza costante sui nuovi mezzi di comunicazione di massa. Da questo punto di vista, tuttavia, Jorge Mario Bergoglio non ha fatto tutto da solo: lo sbarco di un pontefice sui social network risale al suo predecessore e al lavoro del suo team di comunicazione dell’epoca. Ma che rapporto c’è, oggi, tra Papa Francesco e i social network?

LEGGI ANCHE > Possibile che il “baluardo” del giornalismo contro la disinformazione sia Papa Francesco?

Papa Francesco e i social, a che punto siamo

Andiamo a vedere, attualmente, i numeri degli account @Pontifex sulle varie piattaforme. L’account Twitter ufficiale può contare oltre 18 milioni di followers. L’account ufficiale su Instagram – più recente – ha 9 milioni di followers. Entrambi i canali sono gestiti dalla media house del Vaticano (Vatican News), che dipende direttamente dal Dicastero per la comunicazione, dopo la riforma dei media vaticani avviata da Papa Francesco nel 2015 e diventata operativa nel 2017. Attualmente, in questa nuova organizzazione – molto più votata al digitale – vengono assimilati anche i dipendenti di Radio Vaticana, storico strumento di comunicazione della Santa Sede.

Prima ancora di questa revisione, in ogni caso, Benedetto XVI – il 12 dicembre del 2012 – aveva già inaugurato la presenza della Santa Sede sui social network, con il suo storico primo tweet. A quell’altezza cronologica, lo sbarco sui nuovi media era stato curato dal Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali guidato dall’arcivescovo Claudio Maria Celli. È stato proprio quest’ultimo a difendere la scelta di avvicinarsi a queste nuove forme di comunicazione (insolite per uno stile verboso e astratto come quello fino a quel momento tenuto dalla Santa Sede), anche quando – come è prassi ormai per qualsiasi utente di peso dei social network – l’account era stato raggiunto da insulti e offese. Il papa non poteva fermarsi di certo di fronte agli haters.

Da quel momento in poi, anche con l’avvicendamento al soglio papale, c’è stato un rapporto sempre più stretto tra i media vaticani e la comunicazione via social. La Radio Vaticana ha attribuito – a ogni tweet pressoché quotidiano del pontefice – una importanza crescente. È stato poi mons. Dario Viganò – già prefetto delle comunicazioni per la Santa Sede – a guidare lo sbarco di Papa Francesco su Instagram, replicando così il successo del profilo Twitter.

Oggi, in un’era in cui la comunicazione rapida sta provocando diverse distorsioni, papa Francesco – pur continuando a usare i social (anche senza la frequenza prorompente di un tempo) – mette in evidenza l’importanza del coinvolgimento ampio, stando però sempre attento a ribadire la centralità dell’essere umano all’interno delle comunicazioni. Un concetto che, ai tempi dell’intelligenza artificiale, è sempre bene sottolineare.

Share this article