Anche nel 2024 della Chiesa, al centro di tutto ci sarà l’intelligenza artificiale
Più volte Papa Francesco ha parlato del digitale e quest'anno il tema del messaggio in occasione della "Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali" è proprio l'AI
24/01/2024 di Redazione Giornalettismo
Il 2024 è l’anno in cui tutto il mondo, partendo dalle sue istituzioni, dovrà necessariamente capire e analizzare l’universo dell’intelligenza artificiale. Se l’Italia avrà la Presidenza di turno del G7 proprio nei dodici mesi in cui si parlerà dello sviluppo di queste nuove tecnologie (con uno spazio, inevitabile, anche a una legislazione globale del fenomeno), anche la Chiesa si ritrova a mettere al centro del villaggio questo argomento che – inevitabilmente – va a influire sulla vita quotidiana delle persone. Non è un caso, infatti, che il messaggio scritto da Papa Francesco per rilanciare una riflessione in vista della 58esima edizione della “Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali” riguarda proprio l’AI e gli effetti sull’essere umano.
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Il 12 maggio 2024, data dell’evento, il Pontefice affronterà proprio il tema che oggi è sulla bocca di tutti. In particolare, si concentrerà sull’influenza dell’intelligenza artificiale nel modo di comunicare delle persone. Tra le persone. E che l’argomento fosse all’attenzione del Vaticano da tempo era piuttosto evidente. Non solo per quei deepfake circolati all’inizio dello scorso anno (l’immagine del Papa a passeggio con indosso un piumino extralarge in stile Balenciaga o Moncler), ma anche per la continua attenzione del Pontefice a temi legati al digitale.
Papa e AI, il messaggio al centro dell’anno 2024
Ed è per questo che Papa Francesco ha deciso di sfruttare quella giornata dedicata alle comunicazioni sociali per avviare un grande spazio di riflessione politica e sociale. E lo ha fatto con il messaggio che sarà letto in apertura il prossimo 12 maggio e che ha scandito il tema dell’evento annuale:
«L’evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale rende sempre più naturale comunicare attraverso e con le macchine, in modo che è diventato sempre più difficile distinguere il calcolo dal pensiero, il linguaggio prodotto da una macchina da quello generato dagli esseri umani. Come tutte le rivoluzioni anche questa basata sull’intelligenza artificiale, pone nuove sfide affinché le macchine non contribuiscano a diffondere un sistema di disinformazione a larga scala e non aumentino anche la solitudine di chi già è solo, privandoci di quel calore che solo la comunicazione tra persone può dare. È importante guidare l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, perché vi sia in ognuno una consapevolezza responsabile nell’uso e nello sviluppo di queste forme differenti di comunicazione che si vanno ad affiancare a quelle dei social media e di Internet. È necessario che la comunicazione sia orientata a una vita più piena della persona umana».
Si parla espressamente dei rischi provocati soprattutto da eventuali abusi degli strumenti di intelligenza artificiale. Dalla disinformazione ad altri aspetti che si riflettono sulla vita sociale delle persone. Non una demonizzazione, ma un richiamo a un’esigenza: non lasciamo tutto nelle mani delle macchine.