Le parole di Paolo Borsellino, 28 anni dopo: «Sto arrivando a trovare cose, altro che Tangentopoli»

19/07/2020 di Enzo Boldi

Il 23 maggio e il 19 luglio del 1992 sono due date incise nella storia delle tragedie italiane. La prima fu quella della strage di Capaci, l’attentato in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta (Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro); la seconda, 57 giorni dopo, fu quella della strage di via D’Amelio (a Palermo) in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque componenti della sua scorta:  Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Fabio Li Muli. Ora, 28 anni dopo, sono stati desecretati i verbali delle audizioni di quel periodo marchiato con il sangue nella storia dell’Italia.

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In questi anni si sono rincorse varie ipotesi sull’omicidio di Paolo Borsellino. Aveva trovato i mandanti e gli autori di quell’attentato che costò la vita al suo amico e collega Giovanni Falcone? O era riuscito a individuare quei collegamenti tra Stato e Cosa Nostra di cui si è continuato a parlare per diversi anni. Ora La Repubblica riporta uno stralcio di quei verbali di audizione, in cui Maria Falcone – sorella maggiore del magistrato ucciso il 23 maggio ’92 – racconta cosa gli aveva confessato Borsellino.

Paolo Borsellino, le audizioni dopo la strage di via D’Amelio

«Dopo la messa per Giovanni, Paolo mi aveva portato a vedere il campetto di calcio dove giocavano da bambini. Gli confidai che ero scoraggiata – raccontò Maria Falcone agli inquirenti pochi giorni dopo l’attentato che costò la vita a Paolo Borsellino e a cinque componenti della sua scorta – . Mi disse: ‘Sto lavorando tanto, state tranquilli. Sto arrivando a trovare delle cose, altro che Tangentopoli e Tangentopoli’».

28 anni dopo

Oggi, 28 anni dopo, Matteo Messina Denaro – il superlatitante boss di Cosa Nostra – è indicato come uno dei mandanti di delle stragi del 1992. I pm hanno chiesto l’ergastolo, ma di lui non v’è traccia da anni, proprio da quegli anni di tragedie. Una storia che non si limita ai 57 giorni intercorsi tra le due stragi, ma che sembra avere radici molto più profonde.

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