Covid, quali sono i paesi europei in cui la situazione attuale è peggiore di marzo
Scatta l'allarme nell'Unione Europea
24/09/2020 di Ilaria Roncone
La situazione coronavirus in alcuni paesi europei «è peggio che a marzo». Queste le parole che fanno scattare l’allarme pronunciate da Stella Kyriakides, commissaria alla Salute. Diventa sempre più imperativo rispettare le norme di distanziamento sociale e utilizzare correttamente la mascherina, quindi, per la seconda ondata autunnale che già era stata ampiamente annunciata. C’è una lista di paesi europei Covid dove la situazione sta peggiorando rapidamente e dove «bisogna mettere in atto tutte le misure necessarie» per «evitare un ripetersi della situazione della primavera scorsa».
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«Situazione molto preoccupante»
«La situazione del Covid-19 in alcuni Stati è anche peggiore del picco di marzo», ha detto Kyriakides, aggiungendo che la situazione preoccupa parecchio. I paesi in cui la situazione sembra avviarsi a un quadro peggiore dello scorso marzo sono quelli in cui, teoricamente, «le misure di controllo adottate non sono state abbastanza efficaci o non sono state applicate, o non sono state seguite come dovuto». Nella giornata di ieri i casi segnalati dall’agenzia di stampa Afp in Europa hanno superato i 5 milioni. La seconda ondata in arrivo, per gli esperti, «ci mostra che non possiamo abbassare la guardia con gli Stati membri che hanno registrato un numero di casi più elevato rispetto al picco di marzo, è assolutamente chiaro siamo in un momento decisivo e tutti devono agire con decisione e utilizzare gli strumenti di cui disponiamo».
Quali sono i paesi europei Covid messi peggio
Visti i dati degli ultimi giorni, i paesi che corrono questo rischio sono Francia, Spagna, Germania e Regno Unito. Sono loro che devono imperativamente cambiare direzione adottando «tutte le misure necessarie al primo segnale di nuovi focolai, come il rafforzamento dei test e contact tracing, il miglioramento della sorveglianza sanitaria pubblica, la garanzia di un migliore accesso ai dispositivi di protezione individuale e ai medicinali e la garanzia di capacità sanitarie sufficienti, in linea con le azioni presentate dalla Commissione a luglio». L’appello a questi paesi – e all’Europa in generale – arriva giusto una decina di giorni dopo l’annuncio che la mortalità in Europa nei mesi di ottobre e novembre salirà.