Tra FB, VK e WhatsApp: i Ros smantellano la rete antisemita di Ordine Ario Romano

Ci sono dodici indagati: frasi razziste, antisemite e tentativi di organizzare azioni eversive

07/06/2021 di Redazione

Si chiama Ordine Ario Romano ed è una rete che opera e ha operato su diverse piattaforme social. Non soltanto gruppi Facebook, ma anche su VK – il social network russo che spesso è utilizzato da gruppi politici di estrema destra italiani che, magari, su altre piattaforme hanno incontrato ostacoli nelle loro pubblicazioni – e su WhatsApp. I ROS hanno provato a smantellare questa struttura, effettuando perquisizioni, questa mattina, in tutta Italia. Al momento, gli indagati sarebbero 12.

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Cos’è la rete Ordine Ario Romano che è stata smantellata dai ROS

L’obiettivo della rete era quello di diffondere messaggi d’odio razzisti e antisemiti, di divulgare teorie del complotto sul popolo ebraico e – persino – quello eversivo di pianificare attentati nei confronti di strutture NATO sul territorio italiano. Le perquisizioni sono state effettuate dai Comandi Provinciali Carabinieri di Cagliari, Cosenza, Frosinone, Latina, L’Aquila, Milano, Roma e Sassari.

Le pagine Facebook interessate sarebbero due, ci sarebbero anche alcuni account VK (al momento, sul social network russo un gruppo dal nome Ordine Ario Romano invita a non iscriversi ad altre community con questo medesimo nome che hanno finalità diverse e non conformi alla legge rispetto all’intento originario di chi aveva avviato questo “progetto” sul social network) e un gruppo WhatsApp denominato ‘Judenfreie Liga (O.A.R.)’.

Grazie a questi strumenti di interconnessione, la rete collaborava anche con alcune persone in Portogallo e provava a pianificare un attacco a una struttura NATO. Il tutto più o meno alla luce del sole, in un luogo – come i social network più popolari – facilmente accessibile a chiunque. Gli inquirenti hanno mantenuto il polso della situazione per diverso tempo: nel 2019 le indagini sono iniziate proprio da alcune segnalazioni di gruppi online. Oggi sono scattate le misure cautelari nei confronti di 12 persone che animavano questi strumenti di comunicazione con messaggi che incitavano principalmente all’odio razziale e antisemita.

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