Cosa vuol dire usare ChatGPT senza dare il consenso all’addestramento dell’AI

Tra le novità inserite da OpenAI c'è anche il diritto all'opt out: l'utente potrà dialogare con il chatbot disabilitando la "history chat"

27/04/2023 di Enzo Boldi

Un piccolo passo per rispondere ad alcune (non ancora a tutte) le prescrizioni indicate dal Garante Privacy italiano fin dallo scorso 30 marzo, quando fu limitato il trattamento dei dati personali – sul territorio nostrano – da parte di OpenAI. Qualche ora fa, infatti, l’azienda americana che ha sviluppato il chatbot conversazionale basata sull’intelligenza artificiale ha pubblicato un aggiornamento, inserendo quello che potremmo definire il diritto all’opt out (per l’utente) su ChatGPT. Questo paletto – tra i tanti aspetti che hanno portato l’Autorità italiana a contestare il comportamento del chatbot – potrebbe essere il viatico per rispondere concretamente alla richiesta di adeguamento al GDPR.

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La novità è già entrata in funzione all’estero, mentre ChatGPT risulta ancora non raggiungibile in Italia. D’altronde, il Collegio del Garante per la protezione dei dati personali ha dato tempo fino al 30 aprile per apportare tutte le modifiche richieste (e verificare che rispondano ai requisiti del GDPR europeo). Sul sito di OpenAI viene spiegata questa nuovo opzione che potrà essere selezionata da ogni singolo utente.

«Le conversazioni avviate quando la cronologia chat è disabilitata non verranno utilizzate per addestrare e migliorare i nostri modelli e non verranno visualizzate nella barra laterale della cronologia […] Quando la cronologia chat è disabilitata, conserveremo le nuove conversazioni per 30 giorni e le esamineremo solo quando necessario per monitorare eventuali abusi, prima di eliminarle definitivamente». 

Si tratta, occorre ricordarlo, di una decisione che spetta a ogni utente che può decidere – entrando nelle impostazioni del proprio account – se far valere il proprio diritto all’opt out ChatGPT. Dunque, niente “salvataggi” della propria cronologia e – di conseguenza – nessun addestramento dell’intelligenza artificiale di ChatGPT.

Opt out ChatGPT, cosa vuol dire per gli utenti

Si potrà, dunque, avere un maggior controllo della propria privacy e dei dati personali, scegliendo se dare (o non dare) il consenso affinché il chatbot allochi le nostre informazioni (di navigazione) per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale che controlla ChatGPT. Ma cosa cambia per l’utente? Innanzitutto, disabilitando la cronologia delle chat, non ci comparirà più (almeno fino a quando non si riabiliterà questa opzione) la barra laterale in cui – fino a oggi – comparivano i vari “eventi” di dialogo con il chatbot (anche se non si capisce il motivo per cui quello strumento non possa rimanere allocato sul profilo dell’utente senza consentire l’accesso all’AI per il suo addestramento). Inoltre, nella “memoria” basata sull’intelligenza artificiale non rimarranno tracce di quei “dialoghi”.

La cronologia della chat

Dunque, non ci sarà più una cronologia delle chat. Ma questo non vuol dire che quel che viene scritto-chiesto al chatbot non rimarrà nei sistemi di OpenAI. A differenza di quel che accadeva fino a qualche giorno fa (nel resto del mondo, visto che in Italia non è disponibile dallo scorso 30 marzo, anche se esistevano delle scorciatoie come le VPN per aggirare il blocco disposto dopo le contestazioni del Garante Privacy), le conversazioni saranno conservate dall’azienda americana per 30 giorni per verificare eventuali abusi.

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