Il Garante della Privacy ha bloccato ChatGPT in Italia, rischia 20 milioni di euro di sanzione

La notizia arriva proprio nelle ultime ore, dopo la lettera di alcuni esperti che aveva chiesto una pausa nello sviluppo di progetti di intelligenza artificiale per permettere alle istituzioni di prendere opportune contromisure

31/03/2023 di Gianmichele Laino

Non solo lettere, ma anche provvedimenti. Il Garante della Privacy italiano, questa mattina, ha fatto sapere che il servizio di ChatGPT in Italia – momentaneamente – sarà sospeso e limitato nel trattamento dei dati degli utenti. Il tema, tuttavia, non è tanto sul risvolto etico dello strumento di Open AI, quanto su importanti svarioni dell’azienda che realizza il prodotto nella gestione e nel trattamento dei dati personali degli utenti, non conforme alle discipline europee e nazionali che regolano questo processo. Dunque, un tecnicismo diverso rispetto alla richiesta di diversi esperti di intelligenza artificiale che hanno chiesto ai team di ricerca uno stop di sei mesi di tempo per concedere alle istituzioni di prendere delle contromisure etiche e giuridiche nei confronti di strumenti come ChatGPT 4, a fronte delle sue evoluzioni. Il provvedimento del Garante della Privacy italiano è molto più specifico, perché fa riferimento a una dettagliata circostanza.

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Garante sospende ChatGPT, cosa dice il provvedimento

La fattispecie è quella del data breach che ChatGPT aveva subito lo scorso 20 marzo, 11 giorni fa. Da quella data non è seguita alcuna comunicazione e informativa da parte di Open AI agli stessi utenti e a tutte le persone interessate che, in qualche modo, hanno avuto modo di utilizzare la piattaforma. Il data breach, nel caso specifico, riguardava le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento.

Il dubbio ulteriore – e molto più importante – legato a ChatGPT espresso dal Garante è quello «dell’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali» per il training dell’intelligenza artificiale. Dunque, il contesto normativo – secondo il Garante – non è predisposto a uno strumento come quello venuto fuori dalle ricerche di Open AI. Altri dubbi sollevati dal Garante riguardano l’accesso alla piattaforma: nominalmente, questo è consentito a utenti superiori ai 13 anni, ma non ci sarebbero – al momento – i filtri opportuni per la age verification degli utenti stessi. Come fare, dunque, a impedire ai minori di 13 anni di accedere ai servizi di Chat GPT?

Cosa succede ora dopo il provvedimento del Garante su ChatGPT

Il Garante ha ricordato che Open AI non ha una sede nell’Unione Europea, ma – all’interno dello spazio economico – ha designato un suo rappresentante. È questo l’interlocutore che si deve interfacciare con l’autorità per comunicare come intenderà rispondere al provvedimento del Garante stesso. Provvedimento che – spiegano fonti vicine all’autorità a Giornalettismo – implica che l’utente italiano non deve poter accedere alla piattaforma. È questo lo scenario auspicato dal Garante della Privacy (al momento, ChatGPT risulta ancora accessibile): in caso di mancata ottemperanza del provvedimento o di una risposta solo parziale, Open AI rischia di andare incontro a una sanzione. Che, per questa fattispecie, oscilla può essere quantificata in 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo. Open AI ha 20 giorni di tempo per adeguarsi.

Nel frattempo, ChatGPT – o almeno la sua intelligenza artificiale – non sembra ancora consapevole di quanto sta accadendo in Italia. Il suo chatbot, sul tema, risponde: «Mi dispiace, ma come modello di linguaggio, non posso essere bloccato in Italia o in qualsiasi altro paese in quanto non sono una entità fisica. Sono un programma informatico che funziona su server remoti in tutto il mondo e sono accessibile da qualsiasi luogo con una connessione internet. Inoltre, come modello di linguaggio, non raccolgo o conservo informazioni personali sui singoli utenti, il mio scopo è solo quello di rispondere alle domande e fornire informazioni utili».

Ma ChatGPT non sembra scoraggiarsi. Il suo bot ha preso in considerazione l’eventualità di un blocco da parte del Garante, ma ha subito indicato soluzioni alternative per poter usufruire della piattaforma anche in Italia. Tra queste l’utilizzo di una VPN o quella di cambiare Paese.

Oltre al danno, la beffa.

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