Gli utenti in Russia che mettono sull’e-commerce i prodotti di McDonald’s

McDonald's chiude i suoi punti vendita in Russia e i cittadini russi mettono in vendita sul web le loro scorte di panini e di salse del fast food a prezzi elevati

09/03/2022 di Martina Maria Mancassola

A poche ore dall’annuncio di McDonald’s di chiudere i suoi punti vendita in territorio russo – così schierandosi dalla parte di chi sta subendo questa terribile guerra -, gli utenti russi avrebbero messo all’asta online i prodotti McDonald’s, cioè le loro scorte soprattutto di salse del fast food a prezzi molto maggiori rispetto a quelli di listino. Questo è quello che riportano l’agenzia di stampa Nexta e la BBC russa tramite il suo canale Telegram. In uno degli annunci si vendono delle salde a circa 29990 rubli, più di 200 euro. Ironia o verità?

Leggi anche > La storia del commento «Confermo! Non serve green pass al Mc Donald’s, è territorio americano»

Asta online di prodotti McDonald’s dopo la chiusura in Russia dei punti vendita

«People in Moscow sell online sweet-and-sour sauce from McDonald’s», così NEXTA, il più grande media dell’Europa orientale, twitta qualche ora fa: le persone a Mosca starebbero vendendo online le salse agrodolci di McDonald’s.


Questa notizia pare essere confermata da Avito, la principale piattaforma di annunci online in Russia, perché, infatti, semplicemente digitando McDonald’s in russo sul canale di ricerca, appaiono molti inserti volti alla vendita dei prodotti della grande azienda. In un annuncio si legge, per esempio: «l‘hamburger è stato acquistato il 03/09/22 alle 13:16 ora di Mosca. Ultima occasione per provare il tuo cibo preferito. Buon appetito!» oppure «cheeseburger e Hamburger acquistati l’ultimo giorno del ristorante. La contrattazione è appropriata».

Online prodotti McDonald's

Asta online prodotti McDonald's

Anche la BBC russa «BBC News», diffonde la notizia condividendo sul proprio canale Telegram una foto che mostra i vari annunci di vendita online dei prodotti McDonald’s: «i russi rivendono il cibo da McDonald’s. Sul sito di annunci privati ​​russo Avito, c’erano molte offerte per vendere cibo da McDonald’s». Negli annunci riportati si legge: «nuggets e pasticcini acquistati poco prima della chiusura della catena di ristoranti. L’ultimo passo per gustare la bontà straniera», o ancora, «i gamberetti sono stati acquistati a Maka alle 23.30. Ancora caldi, li spedirò tramite corriere». La BBC riporta l’esito dei suoi controlli sul sito Avito: «siamo andati sul sito questa mattina e abbiamo trovato oltre 3.000 offerte di questo tipo solo a Mosca. I prodotti vengono rivenduti ad un prezzo 3-10 volte superiore all’originale».

Online prodotti McDonald's

Questo accade a poche ora dall’annuncio di McDonald’s di chiudere i suoi punti vendita nel paese invasore governato da Putin. La scelta della grande catena è stata, in realtà, anche influenzata dall’ultimo trend lanciato dai suoi stessi clienti, che principalmente su Twitter hanno lanciato l’hashtag «BoycottMcDonalds» in segno di protesta contro l’invasione russa dell’Ucraina. Differentemente da altri fast food in Russia in franchising, come KFC, Pizza Hut e Burger King, McDonald’s detiene l’84% delle sue sedi in Russia. Anche se i piani alti di quest’ultimo hanno dichiarato che continueranno a pagare i propri 62.000 dipendenti in Russia «che hanno messo il loro cuore e la loro anima nel nostro marchio McDonald’s», Chris Kempckinski, CEO dell’azienda, in una lettera aperta agli stessi ha comunicato che la chiusura è l’unica cosa giusta da fare in questo momento: «i nostri valori significano che non possiamo ignorare l’inutile sofferenza umana in Ucraina», sottolineando l’impossibilità di sapere quando e se l’azienda potrà riaprire. McDonald’s risulta aver chiuso, in via temporanea, anche cento suoi punti vendita in Ucraina, continuando però a pagare i dipendenti.

Non è noto, ancora, se qualche utente abbia davvero deciso di pagare un prezzo così elevato per acquistare un panino o una salsa McDonald’s, ma probabilmente siamo a metà via tra un sentimento di nostalgia nei confronti del fast food – visto che questo è presente nel territorio russo dal 1990 e che subito dopo l’annuncio i principali punti vendita russi sono stati presi d’assalto – e di ironia. Potrebbe, infatti, trattarsi di una semplice satira o, comunque, di una protesta contro la situazione che sta vivendo la Russia, abbandonata, a seguito dell’invasione in Ucraina, dalla maggior parte di piattaforme social e streaming, case di produzione e grandi catene.

Share this article
TAGS