Cosa c’è di positivo e cosa c’è di negativo nei dati sul coronavirus del 2 aprile

L’andamento dei numeri coronavirus 2 aprile conferma quanto registrato negli scorsi giorni e quanto ribadito nella diretta della serata di ieri da Conte: non è il momento di allentare le misure di contenimento, dobbiamo insistere e proseguire con l’isolamento domiciliare. Nella giornata di oggi, a livello nazionale il numero dei contagi in più registrato rispetto a ieri è di 2.477, per un totale di 83.049 pazienti con coronavirus. Il numero dei morti registrati oggi è pari a 760, mentre il numero dei nuovi guariti ammonta a 1.431 in più rispetto a ieri. Borrelli rimane con i piedi per terra e ribadisce che non bisogna rischiare ora, commentando i numeri giorno per giorno.

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Numeri coronavirus 2 aprile, cosa c’è di positivo

Tra gli avvenimenti positivi della giornata di oggi sicuramente rientra il fatto che l’ospedale da campo degli Alpini a Bergamo è pronto. Volontari, artigiani e logisti hanno lavorato alla struttura dal 24 marzo. Nelle Marche, a Jesi, è operativo da oggi pomeriggio anche l’ospedale da campo della Marina Militare con 40 posti letto e 4 di terapia intensiva. Nella giornata di oggi 76 dottori sono partiti per supportare le strutture sofferenti e carenti di personale in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Marche, Trento e Valle d’Aosta. Sono diminuite le persone ospedalizzate. Rispetto alla giornata di ieri si sono registrati meno contagiati, anche se i numeri rimangono stabili nell’andamento. I guariti rispetto alla giornata di ieri sono aumentatati.

Numeri coronavirus 2 aprile, cosa c’è di negativo

Nella giornata di oggi si è posta l’attenzione sulla discrepanza tra il numero di dimessi e il numero di guariti, come evidenziato anche da YouTrend. Il bollettino quotidiano della Protezione Civile accorpa i due numeri denominando il dato “totale guariti”. Secondo la ricerca condotta da Youtrend insieme alla alla fondazione GIMBE ciò può generare confusione. Da evidenziare anche la forte variabilità del metodo di comunicazione tra le regioni nella definizione di “dimessi/guariti” e nel modo di comunicarlo a Roma. Quest’ultima questione impedirebbe lo svolgimento corrette delle analisi necessarie per far fronte all’epidemia nel migliore dei modi. In particolare sarebbe la Lombardia, per esempio, a comprendere nel conteggio dei pazienti “dimessi/guariti” anche le persone che vengono dimesse dagli dagli ospedali senza che si conosca il loro reale stato clinico. Purtroppo nella giornata di oggi si sono registrate più vittime, anche se nell’ordine di poche decine.

(Immagine copertina dal profilo Twitter YouTren)

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