Da Instant Articles a CrowdTangle: come Facebook ha cancellato le news

Tanti piccoli tasselli, creati e distrutti nel giro di pochi anni

11/03/2024 di Enzo Boldi

Nel suo annuncio sulla cessazione della voce “News” in Australia e Stati Uniti (dopo quanto già accaduto in Francia, Germania e Regno Unito), appare evidente come le notizie su Facebook non interessino più. Sia agli utenti (secondo Meta), sia alla stessa holding di Mark Zuckerberg. Ma è davvero così? In realtà, tra le righe del comunicato, c’è scritto ben altro. Una sorta di “dipendenza” tra il giornalismo e la piattaforma social, ma senza voler sborsare soldi. Tutto ciò è evidente da anni, da quando videro la luce il progetto Instant Articles e il progetto CrowdTangle e da quando entrambe queste iniziative furono cancellate.

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Partiamo dalla fine. Dal comunicato di cessazione di Facebook News anche in Australia e Stati Uniti. C’è un passaggio in cui Meta sembra avere l’atteggiamento del “benefattore” nei confronti dei giornali:

«Le persone potranno comunque visualizzare i collegamenti agli articoli di notizie su Facebook. Gli editori di notizie continueranno ad avere accesso ai propri account e alle proprie pagine Facebook, dove potranno pubblicare collegamenti alle loro storie e indirizzare le persone ai loro siti Web, nello stesso modo in cui può farlo qualsiasi altro individuo o organizzazione. Le testate giornalistiche possono anche sfruttare prodotti come Reels e il nostro sistema pubblicitario per raggiungere un pubblico più ampio e indirizzare le persone al loro sito web, dove trattengono il 100% delle entrate derivanti dai link in uscita su Facebook». 

Dunque, niente più Facebook News. Ma i contenuti giornalisti possono continuare a essere pubblicati senza essere raccolti in una categoria predefinita che indicizza un feed specifico per categoria (giornalistica, in questo caso). Per sintetizzare: bene gli articoli sulla piattaforma, ma non daremo più un centesimo agli editori. Dunque, il paradigma è costruito in modo fin troppo palese.

Notizie su Facebook, tutte le tappe della rimozione

Lo stesso principio che ha portato alla nascita e alla morte di altri due progetti. Tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, Facebook ha deciso di mettere la pietra tombale su due iniziative che – di fatto – erano in grado di alimentare i contenuti giornalistici sulla sua piattaforma. Prima CrowdTangle, un sistema acquistato dalla piattaforma nel 2016 e che veniva descritto in questo modo sul blog dell’azienda:

«È uno strumento di approfondimento pubblico di Meta che semplifica il monitoraggio, l’analisi e la creazione di report su ciò che sta accadendo ai contenuti pubblici sui social media. Tiene traccia di account e gruppi pubblici influenti su Facebook, Instagram e Reddit, inclusi tutti gli utenti verificati, i profili e gli account come politici, giornalisti, media ed editori, celebrità, squadre sportive, personaggi pubblici e altro ancora. Può anche tenere traccia di 7 giorni di dati pubblici su Twitter e la nostra estensione per Chrome. Ma non tiene traccia di alcun account privato».

Poi, all’inizio dello scorso anno, la fine dei giochi per Instant Article, ovvero quello strumento in grado di indicizzare contenuti giornalistici (parliamo non solo di articoli, ma anche di foto e video) dando loro maggiore risalto, attenzione e visibilità. Una funzionalità che provoca un forte “boost” in termini di visualizzazioni. Due strumenti a supporto degli articoli di giornale condivisi sui social e che sono stati spenti quasi simultaneamente. Proprio nei momenti in cui in Europa diventavano tangibili gli effetti della direttiva Copyright (con il tema dell’equo compenso), mentre si stava già parlando dell’entrata in vigore del Digital Service Act e mentre molti Paesi stavano approvando (o avevano approvate) norme per far pagare – per l’appunto – l’equo compenso agli editori. E ora, anche la sezione “News” sta gradualmente sparendo perché – secondo Meta – le notizie su Facebook non interessano più. Ma non interessano agli utenti o all’algoritmo (e agli investimenti, per legge) della piattaforma?

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