Che cos’è il principio del “notice and stay down” a cui fa riferimento Agcom

Nell'ordinanza-ingiunzione dell'Autorità si ordina a Meta di impedire la reiterazione di contenuti «identici o equivalenti» a quelli sanzionati nel caso che ha portato a una multa da 750mila euro

12/04/2023 di Enzo Boldi

Oltre alla sanzione da 750mila euro per via dell’accertata (come confermato dal Tar) violazione dell’articolo 9 del cosiddetto “Decreto dignità”, all’interno dell’ordinanza-ingiunzione di Agcom nei confronti di Meta si fa riferimento anche a un principio che fa parte delle indicazioni già contenute all’interno della direttiva europea sul diritto d’autore nel mercato unico digitale. Parliamo del “notice and stay down“, ovvero la responsabilità anche degli hosting providers passivi non solo di rimuovere i contenuti che non rispettano le normative vigenti, ma anche di agire affinché contenuti «identici o equivalenti» a quelli oggetto di contestazione e sanzione non vengano più ospitati sulle piattaforme.

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Un principio scritto nelle pagine conclusive dell’ordinanza dell’Autorità Garante delle Comunicazioni con cui è stata emessa (e confermata dal Tar che ha respinto il ricorso della costola europea di rappresentanza di Meta) la sanzione pecuniaria nei confronti dell’azienda. Nello specifico, viene ordinato

«alla società Meta Platforms Ireland Limited, registrata in Irlanda con il numero 462932 LSD, con sede legale in 4 Grand Canal Square, Grand Canal Harbour Dublino 2 D02 X525 (Irlanda)

  •  di pagare la sanzione amministrativa di euro 750.000,00 (settecentocinquantamila/00) al netto di ogni altro onere accessorio eventualmente dovuto, per la violazione delle disposizioni contenute nell’articolo 9 del decretolegge 12 luglio 2018, n. 87, convertito con la legge 9 agosto 2018, n. 96;
  • di impedire a ciascuno soggetto autore della sponsorizzazione oggetto del presente procedimento la promozione, attraverso il social network sites Facebook, di contenuti identici o equivalenti in violazione del divieto sancito dall’art. 9 del Decreto».

Dunque, stando a questa ordinanza, Meta deve impedire che siano pubblicati (nuovamente) dai clienti business di Facebook contenuti sponsorizzati identici o equivalenti a quelli che hanno violato la legge che regolamenta la pubblicità del gioco d’azzardo sulla piattaforma social di sua proprietà. Dunque, tutto ciò che (con la formula “clienti business” sommata al principio della sponsorizzazione dei post) vìola il cosiddetto “Decreto dignità” approvato nel 2018.

Notice and stay down, cosa vuol dire e come funziona

Questa decisione rientra in un paletto già indicato dall’Unione Europea nel testo della cosiddetta legge Europea 2017 (le “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”) che, all’articolo 2 (quello sulle “Disposizioni in materia di diritto d’autore. Completo adeguamento alle direttive 2001/29/CE e 2004/48/CE”) recita:

  1. Ai fini dell’attuazione di quanto previsto dall’articolo 8 della direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, e dagli articoli 3 e 9 della direttiva 2004/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, su istanza dei titolari dei diritti, può ordinare in via cautelare ai prestatori di servizi della società dell’informazione di porre fine immediatamente alle violazioni del diritto d’autore e dei diritti connessi, qualora le violazioni medesime risultino manifeste sulla base di un sommario apprezzamento dei fatti e sussista la minaccia di un pregiudizio imminente, e irreparabile per i titolari dei diritti.
  2. L’Autorità disciplina con proprio regolamento le modalità con le quali il provvedimento cautelare di cui al comma 1 e’ adottato e comunicato ai soggetti interessati, nonché i soggetti legittimati a proporre reclamo avverso il provvedimento medesimo, i termini entro quali il reclamo deve essere proposto e la procedura attraverso la quale e’ adottata la decisione definitiva dell’Autorità.
  3. Con il regolamento di cui al comma 2 l’Autorità individua misure idonee volte ad impedire la reiterazione di violazioni già accertate dall’Autorità medesima.

In particolare, il punto 3 dell’articolo 2 della suddetta Legge Europea dà potere ad Agcom di individuare le misure per evitare la reiterazione di violazioni già accertate, esattamente come indicato nell’ordinanza del caso Meta. Esattamente come scritto all’interno della Direttiva UE 2019/790 (sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE), al comma 4 dell’articolo 17:

«Qualora non sia concessa alcuna autorizzazione, i prestatori di servizi di condivisione di contenuti online sono responsabili per atti non autorizzati di comunicazione al pubblico, compresa la messa a disposizione del pubblico, di opere e altri materiali protetti dal diritto d’autore, a meno che non dimostrino di:

  • a) aver compiuto i massimi sforzi per ottenere un’autorizzazione, e

  • b) aver compiuto, secondo elevati standard di diligenza professionale di settore, i massimi sforzi per assicurare che non siano disponibili opere e altri materiali specifici per i quali abbiano ricevuto le informazioni pertinenti e necessarie dai titolari dei diritti; e in ogni caso,

  • c) aver agito tempestivamente, dopo aver ricevuto una segnalazione sufficientemente motivata dai titolari dei diritti, per disabilitare l’accesso o rimuovere dai loro siti web le opere o altri materiali oggetto di segnalazione e aver compiuto i massimi sforzi per impedirne il caricamento in futuro conformemente alla lettera b)».

Il punto c) del comma 4 dell’articolo 17, dunque, sottolinea come i prestatori di servizi di condivisione di contenuti online (quindi anche i social network) debbano provvedere con la rimozione e impedire il caricamento degli stessi contenuti (identici o equivalenti) già valutati dall’Autorità.

Come si è arrivati a questo principio

Parliamo, dunque, di linee guida relative al diritto d’autore. Ma il principio del “notice and stay down” può essere applicato – come in questo caso – anche in occasioni differenti, per violazioni differenti. Qui, infatti, non stiamo parlando di copyright su un’opera, ma di violazione della legge sulle pubblicità (online, sui social) del gioco d’azzardo. “Avviso e sospensione”, dunque, ha caratteristiche piuttosto semplici. Ma solo nella definizione: gli hosting providers che hanno ricevuto segnalazioni o sanzioni per via di alcuni contenuti illeciti devono agire affinché quegli stessi (identici o equivalenti) non compaiano più all’interno delle loro piattaforme. Dunque, devono agire affinché non si reiteri più un determinato reato (sul diritto d’autore, sui contenuti illeciti o su quelli diffamatori) sui siti gestiti dalle loro aziende.

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