Nonostante tutto

Il superamento del 2020

31/12/2020 di Matteo Forte

Quest’anno è l’anno in cui abbiamo sentito per più volte, in più circostanza e in più direzioni “Nonostante tutto”. Quel nonostante tutto, cercatelo su Google: è quanto di più trasversale una ricerca possa dare. Un hashtag senza social e senza limiti che ha abbracciato rapporti umani, economia e che fa tremare le gambe ogni volta che lo si sente pronunciare. Mette insieme tutto questo 2021 in un senso comune che aggrega speranza, sofferenza e voglia di riscattarsi.

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Nonostante tutto, siamo qui a riflettere

Nonostante tutto, siamo qui, a scrivere e a goderci quel poco che ci rimane. Nonostante tutto, abbiamo ottenuto dei vaccini o anche solo consapevolezza su come gestire la nostra sanità pubblica. Nonostante tutto, siamo qui, con la nostra civiltà a salvaguardarci ancora nelle scelte quotidiane. Nonostante tutto, siamo qui, con uno stato – anche se non senza errori – presente e indubbiamente proiettato a gestire al meglio questo momento difficile. Nonostante tutto, anche se tutti noi abbiamo rinunciato o perso qualcosa, siamo qui per combattere e vincere. Nonostante tutto, siamo qui, e questo non è da poco, oggi.

Questo 2020 è finito, ci siamo. È finito l’anno della pandemia, la prima pandemia che tutte le generazioni viventi hanno dovuto vivere, subire, gestire. Si chiude un anno di morte, un anno che solo una guerra poteva eguagliare – con dinamiche simili e un soffocamento sociale necessario, utile e allo stesso tempo tremendo per la nostra umanità.

Chiudiamo insieme un anno trascorso, che ci ha imposto l’introspezione umana e un’analisi sulla nostra solidità economica sia privata che civica con l’unica speranza di aver forse imparato qualcosa.

Forse, e dico forse, abbiamo imparato che siamo fragili. Fragili in ogni senso e direzione: dalla necessaria socialità al nostro senso civile, dal nostro sistema economico e finanziario alla tutela dei più bisognosi. Una fragilità che può insegnarci, solo se abbiamo imparato, che definirà il nostro tempo nei futuri libri di storia: se da una guerra sapremo risollevarci per un progresso, o uno scampato pericolo, lo dovremo a quanto di buono faremo nel prossimo 2021.

Il 2021, così ricco ancora di dubbi e incertezze, si presenta come una sfida dove mettere al proprio posto la consapevolezza che non dovremo più sottovalutare la sanità e il rapporto con le istituzioni. Un 2021 sicuramente più digitale, dall’ecommerce agli eventi digitali, al modo con cui dovremo (o potremo) tornare a divertirci: sulla neve, al mare o anche solo invitando qualche amico a casa come facevamo una volta.

Nonostante tutto, Giornalettismo

Da Giornalettismo, giornale che ho deciso di far crescere, mi auguro che sapremo dare ai nostri lettori una visione particolare su tutto ciò che accade in rete: dai fatti, ai personaggi, alla politica, all’educazione digitale per i rischi – sempre più evidenti – di un vero e proprio scontro generazionale.

A voi tutti, che ci leggete e che speriamo possiate apprezzare il nostro duro lavoro, auguriamo la speranza. La speranza che nel 2021 ci si possa incontrare, dal vivo o sulle righe di una fatica quotidiana, per scommettere su un futuro migliore, consapevole e speriamo più informato.

Buon 2021.

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