Il padre di Noemi a Salvini: «Adesso tutti qui, ma tra qualche mese si sparerà di nuovo»

Una campana di vetro infranta da un proiettile. Il padre della piccola Noemi, la bambina ferita per errore, ma con sprezzo per la vita altrui, da un sicario che in piazza Nazionale (a Napoli) ha aperto il fuoco in strada per giustiziare un pregiudicato per un’assurda guerra tra clan, non riesce a darsi pace per quanto accaduto a sua figlia. In un’intervista a La Repubblica spiega di esser sempre stato conscio dei pericoli nascosti per le vie della città e, per questo motivo, aveva deciso di fare di tutto per tutelare la sua bambina. Poi quel proiettile che le ha perforato i polmoni mentre era a fare una passeggiata con la nonna, la corsa in ospedale, l’operazione critica e i lunghi giorni di attesa, nella speranza che la piccola si riprenda.

La possibilità di andare via da Napoli c’è, in attesa che le condizioni di Noemi migliorino: «Fa rabbia, è doloroso, ma io ci sto pensando – ha detto Fabio S. a La Repubblica -. Ma c’è un tempo per tutte le cose». Lo scoramento per la salute della figlia è accompagnato a quel senso di impotenza di fronte a quanto accaduto venerdì pomeriggio: «Io e mia moglie facciamo di tutto pur di non far correre nessun pericolo alla bambina. Si fanno sacrifici. Uno li protegge in tutti i modi. Io la mandi all’asilo privato, la faccio stare sotto una campana di vetro. E poi…».

Il padre di Noemi si dice pronto ad andare via da Napoli

Le sue condizioni di salute sono gravi, ma stabili. Noemi è ancora ricoverata in coma farmacologico e la ferita viene descritta dai medici come una «ferita di guerra». Una delle fibre del vestito indossato quel maledetto giorno dalla bambina sembra esser finito nei polmoni, aumentando ancor di più il rischio di un’infezione. Ma la piccola sta lottando dal letto dell’ospedale Santobono di Napoli, mentre i medici proseguono nelle cure.

La politica delle passerelle

La politica, come spesso capita, si è presentata al capezzale della bambina, incontrando i genitori della piccola Noemi per dare il segno della presenza dello Stato. Lunedì è stato il turno di Salvini, prima è stata la volta di Roberto Fico. «Lo sa, una cosa che fa male – ha detto il padre della bambina al ministro dell’Interno -. Qui siete venuti tutti, avete portato tanta solidarietà, c’e stato tanto clamore. Ma vedrà che passa qualche mese e qui sparano a qualche altro innocente, cade qualche altro bambino. Ci vogliono i fatti, ci vuole la sicurezza».

(foto di copertina: ANSA)

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