No, nessuno ha chiesto di proibire “Masha e Orso”

Tendenze social che non hanno nulla a che vedere con la realtà, figlie della polemica sulla sospensione (poi rientrata) di un corso su Dostoevskij alla Bicocca

02/03/2022 di Redazione

Ci sono storie che non esistono, ma che trovano vita e pullulano solamente nel mondo virtuale dei social. È il caso di quella tendenza su Twitter che – nelle ultime ore – sta portando in auge il tema della presunta proibizione di Masha e Orso, il noto cartone animato molto amato dai bambini, per ritorsione contro la Russia e la sua invasione militare (con annessa guerra che ha colpito obiettivi militari e civili) in Ucraina. Si tratta, però, di una mera provocazione in risposta al caos che si è generato questa mattina partendo dall’Università Bicocca di Milano.

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Partiamo proprio da questo punto. Il professor Paolo Nori, attraverso il suo canale Instagram, aveva annunciato la sospensione del suo corso di quattro lezioni su Fedor M. Dostoevskij nella noto Ateneo meneghino. Una decisione che gli è stata comunicata anche dalla stessa Bicocca. Poi, dopo le polemiche, la situazione è rientrata ed è stato deciso che quel corso potrà tenersi. L’uomo aveva denunciato una ventata di odio filo-russo che aveva colpito anche quel suo corso monotematico che si basava proprio sulla vita e le ore dello scrittore nato a Mosca e morto a San Pietroburgo nel 1881. Insomma, un personaggio storico che nulla ha a che vedere con la Russia di oggi, con Putin e con l’invasione dell’Ucraina.

Masha e Orso, nessuno vuole proibirlo per colpire la Russia

Ed è questa la cornice in cui si è inserita quella provocazione che vede come “protagonisti” i personaggi di Masha e Orso, il noto cartone animato russo distribuito in tutto il Mondo e molto amato dai bambini. Purtroppo, però, leggendo alcuni commenti su Twitter appare evidente come qualcuno sia caduto nella classica “trollata”. Nell’iperbole della provocazione in risposta a una notizia diventata virale (quella della Bicocca e del orso su Dostoevskij) e che sta facendo tanto discutere. Ma, occorre ribadirlo, le tendenze social non fanno una notizia e nessuno ha mai chiesto l’immediata messa al bando di un cartone animato per “punire” Putin e il Cremlino.

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