Perché l’App Immuni britannica ha funzionato (e quella italiana no)

L'analisi degli effetti dell'applicazione per il contact tracing è stata pubblicata sulla rivista "Nature"

26/05/2021 di Enzo Boldi

Ha un nome differente, ma le specifiche tecniche (e gli obiettivi finali) erano e sono gli stessi. Si tratta dell’app NHS Covid-19, quella che potrebbe definire (per amor di sintesi) la app Immuni britannica. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature – e condotto dai ricercatori dell’università di Oxford – questo strumento tecnologico per il tracciamento dei contatti è stato importante per far calare (oltre alla campagna vaccinale che, come sappiamo, è partita nel Regno Unito nel mese di dicembre del 2020) il numero di contagi tra Inghilterra e Galles.

LEGGI ANCHE > Il Green Pass digitale europeo slitta ancora di qualche giorno

Effetti positivi che, secondo quanto riportato dai ricercatori, hanno portato a una gestione più controllata della situazione epidemiologica in buona parte del Regno Unito. Si parla, infatti, di numeri altissimi di adesione da parte dei cittadini che hanno deciso di sfruttare questo strumento tecnologico per il contact tracing, facilitando l’individuazione dei contagi e la presenza di focolai.

«L’esperienza dell’app NHS COVID-19 mostra che la partecipazione all’uso dell’app è stata sufficiente affinché risultasse ​​utile. Si stima che 33,9 milioni di persone fossero abilitate all’uso dell’app (ovvero coloro i quali avevano almeno 16 anni, si trovavano in Inghilterra o in Galles ed erano in possesso uno smartphone compatibile). Tra il suo lancio, il 24 settembre 2020, e la fine del 2020, l’app è stata scaricata su 21 milioni di dispositivi. Mentre tra il 1 novembre e l’11 dicembre 2020, è stata regolarmente utilizzata da una media di circa 16,5 milioni di utenti, pari a circa il 49% dei cittadini abilitati all’uso, o il 28% della popolazione totale di Inghilterra e Galles».

Gli stessi ricercatori di Oxford, nello studio pubblicato sul Nature, hanno stimato che ogni 1% di aumento nella platea che utilizza e ha utilizzato l’app NHS Covid-19, potrebbe ridurre il numero di casi per un valore che va dallo 0,8 al 2,3% (ovviamente si tratta di valori statistici).

NHS Covid-19, l’app Immuni britannica che ha funzionato

Insomma, questa applicazione ha funzionato anche se molte persone hanno espresso scetticismo per via della questione atavica (in discussione in tutto il mondo e non solo nel Regno Unito) del rispetto della privacy e della tutela dei dati personali (soprattutto in ambito sanitario). Ma quel muro di diffidenza è stato abbattuto dalla percezione di quel bisogno di un supporto tecnologico per tracciare i contatti e impedire al virus di diffondersi oltre misura (anche se in Gran Bretagna i numeri sono stati elevati). Ed è questa la differenza con l’Italia. L’app Immuni, la “variante tricolore” della piattaforma britannica, non ha mai scalfito i cuori e le diffidenze degli italiani. E, infatti, il contact tracing non è mai decollato. Ora, con l’arrivo del Green Pass che dovrebbe finire (in versione digitale) anche su questa applicazione, potrebbe esserci un nuovo tentativo di rilancio.

Share this article