Il New Yorker restituisce un premio per un reportage che si è rivelato parzialmente falso

Il New Yorker ha restituito un prestigioso premio perché quanto scritto si è rivelato in parte falso

24/01/2021 di Ilaria Roncone

“A Theory of Relativity” è un articolo di 9mila parole di Elif Batuman, giornalista e scrittrice che ha indagato sul fenomeno giapponese dei parenti in affitto. Questo reportage di approfondimento le è valso, nel 2018, il National Magazine Award come miglior reportage. Il prestigioso riconoscimento è stato però recentemente restituito dal periodico statunitense perché – dopo una serie di indagini – è venuto fuori che parte di ciò che era stato scritto non corrispondeva alla realtà. New Yorker restituisce premio dopo una serie di indagini e dopo aver scoperto che i soggetti principali del reportage avevano ingannato l’autrice dell’articolo portandola a scrivere di una realtà manipolata.

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New Yorker restituisce premio National Magazine

Dopo la verifica dei fatti è venuto fuori che i risultati della ricerca «contraddicono aspetti fondamentali delle storie degli individui coinvolti e minano ampiamente la credibilità di ciò che ci hanno detto», come specificato in una nota della redazione allegata alla versione online del pezzo. Il reportage parte da presupposti falsi considerato che già nelle prime righe contengono informazioni inesatte sulla storia di Kazushige Nishida, un impiegato di Tokyo che avrebbe affittato una moglie e una figlia part-time stando a quanto raccontato per l’articolo. Dalle indagini è emerso che non solo quello non era il suo vero nome ma anche che era sposato.

Un esempio del giornalismo di qualità

La decisione del New Yorker è stata comunicata venerdì dall’American Society of Magazine Editors, che amministra i National Magazine Awards, dopo un mese circa dalla comparsa della nota allegata all’articolo online. L’associazione non ha mancato di «elogiare il New Yorker per la sua indagine sulla storia e la sua decisione di restituire il premio». Il reportage in questione rimane comunque sul sito perché il fenomeno dei parenti in affitto nel paese del Sol Levante è stato «ben documentato fornendo una visione ampia del fenomeno». Le indagini rispetto a quanto scritto sono partite in seguito alla segnalazione di alcune testate giornalistiche che, in Giappone, avevano denunciato che nel 2019 un dipendente dell’azienda di cui si parla nell’articolo (la Family Romance) aveva mentito sulla propria identità partecipando a un documentario televisivo.

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