La meravigliosa coincidenza della copertina del New Yorker con quello che è successo a Fontana

C’è una realtà italiana che supera l’immaginazione statunitense. Il New Yorker è una storica rivista americana che è diventata famosa nel tempo per le sue copertine illustrate. Ovviamente, si tratta di vere e proprie opere d’arte che, in quanto tali, hanno una vera e propria gestazione da artista. Non sono, quindi, estemporanee e, pertanto, non ha senso collegarle con quanto successo nella serata del 26 febbraio, quando il governatore della Lombardia Attilio Fontana si è presentato in diretta Facebook con una mascherina che ha indossato male.

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Copertina New Yorker con Trump con la mascherina

Il fermo immagine di Fontana con la mascherina sugli occhi è diventato subito virale. In Italia si sta già diffondendo l’anticipazione della copertina del New Yorker in edicola il prossimo 9 marzo e firmata da Brian Stauffer. Si tratta di Donald Trump con una mascherina indossata, per una incredibile coincidenza, sugli occhi. Non sembra possibile che l’immagine del governatore Fontana abbia influenzato la copertina del New Yorker, ma la coincidenza fa davvero sorridere.

La copertina del New Yorker, che il prossimo 9 marzo avrà un numero quasi interamente dedicato al coronavirus, fa la satira di quanto accaduto in conferenza stampa con Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti, nonostante la diffusione del virus in 45 stati del mondo e nonostante i primi casi di focolaio negli Usa, ha detto che le cose stanno procedendo per il verso giusto, rifiutandosi di prendere delle misure più serie per contrastare un possibile contagio.

Per questo motivo, il New Yorker ha definito non convincente la versione di Trump sulla diffusione del virus ed è per questo motivo che gli ha messo una mascherina protettiva sugli occhi, quasi a rappresentare un presidente che, nonostante il dilagare di un’emergenza, non voglia vedere. E mentre negli Stati Uniti lavoravano di fantasia, in Italia tutto questo succedeva davvero. Non perché Fontana non abbia voluto vedere, anzi. L’eccesso di zelo e la furia con cui ha indossato la mascherina hanno subito fatto pensare a un gesto comunicativo molto forte. Che, tuttavia, non ha avuto l’effetto sperato. Decisamente meglio, dunque, la copertina del New Yorker.

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