L’inquietante fenomeno dei «negazionisti delle ambulanze»: gli operatori del soccorso iniziano a querelarli

L'episodio capitato a InterSos a Milano è solo l'ultimo di una lunga serie. Ma adesso si cambia registro

15/11/2020 di Gianmichele Laino

Al giorno d’oggi, per ogni fenomeno abbiamo un negazionista. Tra qualche giorno, magari, potremmo persino vedere in giro i negazionisti di Jannik Sinner, che potrebbero affermare la non esistenza del più giovane talento italiano ad aver vinto un torneo ATP. Questo paragone per spiegare che, in realtà, persino i fenomeni più ovvi e scontati, oggi, hanno un gruppo di persone pronto a respingerli. Così, in questi ultimi giorni, abbiamo assistito al moltiplicarsi dei negazionisti ambulanze. Ovvero quelli che ritengono che i mezzi di soccorso del 118, in realtà, stiano girando a vuoto nelle nostre città per terrorizzarci e costringerci a restare in casa a causa del coronavirus.

LEGGI ANCHE > Trump positivo, se il coronavirus non conosce il negazionismo

Negazionisti ambulanze, l’ultimo episodio in zona Tarro a Milano

Sabato, 14 novembre 2020. Milano, zona Tarro.

InterSos, una organizzazione che si occupa di assistenza umanitaria e che mette a disposizione oltre 100 ambulanze su tutto il territorio nazionale, sta eseguendo un intervento. Mentre gli operatori sanitari entrano in casa, l’autista dell’ambulanza aspetta in strada, accanto al mezzo di soccorso. Una donna gli si avvicina e inizia a prendere a calci l’ambulanza, affermando che gli operatori in realtà siano terroristi che vogliono solo spaventare la gente accendendo le sirene nelle strade della città.

L’intervento delle forze dell’ordine è stato conseguente e l’organizzazione ha dato mandato ai suoi legali di sporgere querela nei confronti della donna. Un gesto forte che, però, mette le persone di fronte alle proprie responsabilità: affermare che le ambulanze stiano soltanto partecipando a una strategia del terrore per costringere le persone a non uscire di casa è un’affermazione gravissima e chi la sostiene deve essere pronto a rispondere delle proprie responsabilità.

Negazionisti ambulanze, come nasce il fenomeno

Il fenomeno che si è concretizzato in strada a Milano, però, è molto più ampio e affonda le sue radici in una certa “letteratura dei social network” che – con il retroterra complottista che a volte li caratterizza – già da tempo sono diventati il luogo prediletto per negare il ruolo che le ambulanze stanno avendo in questa fase dell’emergenza.

I negazionisti ambulanze nascono a partire da alcuni servizi che, dalla fine del mese di ottobre, stanno diventando sempre più frequenti sulle testate nazionali. Per rendere l’immagine della gravità dell’emergenza coronavirus, infatti, si mostrano sempre più spesso le lunghe file di ambulanze davanti agli ospedali, alle cure che vengono fatte ai pazienti all’interno dei mezzi in attesa che i reparti preposti si liberino all’interno delle strutture ospedaliere.

Prima ancora dei servizi televisivi, c’erano stati i racconti di alcuni influencer della rete che hanno “misurato la temperatura” all’emergenza coronavirus partendo dal rumore delle sirene delle ambulanze, sempre più frequente nelle città sottoposte a restrizioni.

I negazionisti ambulanze e la bufala dell’ordine ricevuto dagli operatori per terrorizzare i cittadini

Il risultato è stato quello di scatenare insulti, di affermare che, in realtà, le ambulanze girano a vuoto, tirando fuori anche una vecchia bufala risalente al periodo estivo: ovvero quella che gli operatori del 118 avevano l’ordine di girare a vuoto per le città:

Sui social network, molto spesso, ci si nasconde dietro a un nickname o all’anonimato. Quando però si fanno certe sceneggiate in strada non si può passare oltre. Eppure, anche l’influenza che alcuni commenti sul web hanno sulle persone dovrebbe essere presa in considerazione, allo stesso modo della signora che ha preso a calci e pugni l’ambulanza. Se ciò è avvenuto è perché il web, con la sua diffusione incontrollata di notizie non verificate che possono essere prese per buone da chiunque, ha preparato il terreno a tutto questo.

Share this article