Cybersecurity, l’Ue deve investire di più nel settore per arrivare ai livelli di Usa e Israele

La necessità di investire nella cybersicurezza all'interno dell'Unione europea è chiaramente evidenziata in un report di Commissione Ue e BEI

20/10/2022 di Ilaria Roncone

L’industria della sicurezza informatica dell’UE è in ritardo rispetto ai leader mondiali, tra cui Stati Uniti e Israele. Partendo da questo presupposto, la Commissione europea e la BEI – la Banca europea per gli investimenti, istituto di credito a lungo termine dell’Ue che fornisce finanziamenti per investimenti utili per portare a compimento gli obiettivi politici dell’Unione – hanno deciso di aumentare gli investimenti Ue cybersecurity.

La decisione è stata presa in seguito a uno studio a cui sia Commissione che Banca hanno contribuito e che ha analizzato il settore della sicurezza informatica in Europa. Proprio da questi dati emerge l’evidente ritardo della nostra Unione rispetto a stati come gli Usa e Israele.

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Investimenti Ue cybersecurity: evidente la necessità di più fondi

Il rapporto – pubblicato in occasione della Settimana della Cybersecurity di Lussemburgo – si intitola European Cybersecurity Investment Platform ed è stato elaborato grazie al supporto dello European Investment Advisory Hub.I dati restuiscono un risultato chiaro: è necessario investire più denaro per finanziare le imprese di cybersecurity europee, considerate le sfide che devono affrontare per migliorare la loro attività. Sfide che partono, ovviamente, dalla possibilità di assumere personale qualificato e competente.

A tal fine, la proposta è quella di una piattaforma – la cui progettazione viene delineata nel report – creata per aiutare il settore cybersicurezza a colmare il divario finanziario e a stimolare lo sviluppo economico nell’Unione europea. «Data la situazione critica che stiamo affrontando nell’Europa orientale, dobbiamo rafforzare il nostro settore della cybersicurezza per salvaguardare la nostra crescita digitale e portare l’Europa all’avanguardia in questo campo strategico – ha chiarito il Vicepresidente della BEI Kris Peeters – Sono certo che questa piattaforma di investimento mobiliterà notevoli investimenti aggiuntivi per trattenere le aziende di cybersecurity in Europa, favorendo lo sviluppo economico e la crescita. Siamo pronti a sostenere questo settore con finanziamenti e assistenza tecnica».

Finora spese frammentarie ed esigue

Il rapporto fornisce risultati molto chiari su quanto fatto fino ad ora: le spese dell’Ue per la sicurezza informatica sono state esigue e frammentarie, non ci sono stati programmi e strategie gestiti in maniera adeguata dal governo. Non ci sono, inoltre, abbastanza investitori sul panorama finanziario dell’UE in ambito cybersecurity e – in questo modo – il settore non può crescere.

La conseguenza diretta è che le aziende vadano a cercare al di fuori dell’Unione partner finanziari adeguati. Molte piccole e medie imprese del settore, inoltre, vengono acquisite da aziende extra Ue con notevoli perdite economiche che si figurano come diretta conseguenza della tendenza di queste aziende a sviluppare altrove la propria attività. Anche la stima del divario tra il mercato Ue e quello Usa – paese leader in questo settore – è impietosa: parliamo di 1,75 miliardi di euro ogni anno.

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