L’esordio di NashStore, l’alternativa russa al Play Store di Google, non è andato benissimo

Nel giorno della sua messa online, infatti, il sito non era accessibile a causa di un attacco hacker

23/05/2022 di Enzo Boldi

Era stato annunciato in pompa magna come alternativa all’App Store di Apple e al Play Store di Google che non sono più utilizzabili dai cittadini russi e da chiunque si trovi all’interno dei territori russi. Ma il suo esordio ha fatto acqua da tutte le parti. Neanche il tempo di fare la sua comparsa online che, infatti, il NashStore – nato come alternativa ai due “negozi digitali” per i dispositivi iOS e Android – è finito nel mirino di un attacco hacker, macchiando così il suo esordio nel mercato di Mosca e dintorni. Al momento non è arrivata nessuna rivendicazione, ma a raccontare (parzialmente e senza dare molte indicazioni) quanto accaduto è stato il Ministero della Trasformazione Digitale del Cremlino.

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Un esordio non proprio da ricordare. Perché il NashStore, nato per colmare il vuoto digitale lasciato dal ban di Google e Apple in Russia, doveva fornire ai cittadini russi tutti gli strumenti per mantenere aggiornati i propri dispositivi mobile (ma anche tablet e pc) e invece, almeno il primo giorno, tutto ciò non è potuto avvenire. Non sappiamo se si sia trattato di un attacco DDos ad aver mandato in tilt i sistemi. Sicuramente – viste le tempistiche per il ritorno online della piattaforma – non si è trattato di attacco ransomware con conseguente richiesta di riscatto.

NashStore, il Google Play russo attaccato dagli hacker

NashStore e non solo. Perché nell’ultima settimana (quella dal 16 al 22 maggio) in Russia si sono intensificati gli attacchi hacker: dai portali che si occupano di vendita e locazione di immobili a quelli di alcune banche russe che non sono ancora tornati online e i cui servizi di home banking risultano essere ancora fuori uso. Il Ministero della Trasformazione Digitale di Mosca non ha specificato la tipologia di attacchi subiti, ma spiega che in soli sette giorni siano stati colpiti oltre 400 “obiettivi”. E il dito viene ovviamente puntato sull’esercito digitale ucraino che, fin dai giorni successivi all’invasione, ha iniziato e proseguito la sua offensiva contro i media russi e tutti gli obiettivi sensibili di Mosca. Istituzionali e funzionali per i cittadini.

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