Questa multa da record a Meta l’abbiamo vista arrivare visti i precedenti

L'abbiamo vista arrivare eccome, la maxi sanzione a Meta per violazione del GDPR, considerati gli accadimenti degli ultimi due anni e i provvedimenti presi dai regolatori europei nei confronti di Big Tech

23/05/2023 di Redazione Giornalettismo

La multa a Meta inflitta dall’Irlanda supera di quasi 500 milioni quella che è stata imposta a Amazon in Lussemburgo nel 2021. La maxi sanzione di 746 milioni di euro al colosso di vendite online – sempre frutto della violazione del GDPR, in questo caso per l’attività pubblicitaria – perde quindi il primato. All’epoca anche Jeff Bezos, che Amazon l’ha fondato, ha presentato appello contro quella decisione. Un caso recente che si è basato sempre sulla violazione del GDPR è stato tratteggiato dal Garante italiano con Google Analytics 3, il cui utilizzo è stato dichiarato illegittimo poiché – anche in questo caso, come con Meta – non veniva garantito un livello di protezione adeguato e comparabile a quello previsto nell’Unione europea quando si trattava di trasferimento dei dati dei cittadini Ue verso Paesi terzi.

LEGGI ANCHE >>> La carta del Data Privacy Framework che leverebbe Meta dagli impacci

Multa a Meta, i precedenti c’erano eccome

Abbiamo individuato tre recenti casi che, effettivamente, lasciavano ben intendere come l’attenzione dei regolatori europei si stava concentrando sulle Big Tech e sui loro meccanismi di funzionamento basati sull’acquisizione, il trasferimento, la conservazione dei dati dei cittadini.

La multa a Amazon è stata – fino a che non è stata emessa quella a Meta – la più alta di sempre. La Commissione Nazionale per la protezione dei dati del Lussemburgo ha stabilito che la società non avrebbe rispettato le norme del trattamento dati imposte dal GDPR, accusa immediatamente rimbalzata da Amazon. «Non c’è stata nessuna violazione e non è stato esposto a soggetti terzi alcun dato dei clienti», ha detto all’epoca un portavoce dell’azienda. Prima di questa multa, il “record” spettava  a Google per appena 50 milioni di euro. Una cifra che, a distanza di qualche anno, sembra assolutamente insignificante se messa a confronto con la multa di 1,2 miliardi imposta a Meta.

Per quanto riguarda Google Analytics, a Giornalettismo avevamo dedicati ampi approfondimenti ai problemi di privacy emersi. In tal senso avevamo intervistato non solo l’eurodeputato Brando Benifei – che ci ha chiarito l’esigenza di pretendere quanto più possibile dalle Big Tech per proteggere i diritti dei cittadini –  ma anche Joe Toscano, ex dipendente di Google tra i protagonisti di The Social Dilemma, e il direttore di gruppo per i contenuti editoriali di Mediahuis Steve Dempsey.

C’è un punto fondamentale da ricordare: tutte queste multe o – come nel caso di Analytics – l’intenzione di multare chi utilizza il servizio, al di là delle cifre, puntano a ottenere un risarcimento ma – ancora di più – a stimolare l’azione necessaria per impedire che tutte queste tipologie di violazione della privacy dei dati dei cittadini non si verifichino più.

Share this article