Mirko Ieni: l’uomo-ombra delle baby squillo
24/03/2014 di Redazione
«Lui non ha sfruttato, ha collaborato. Deve entrare nella testa della gente che lui non ha sfuttato le azioni di altre. Se uno ci mette la benzina, tu le tette, un’altra un’altra cosa… dividiamo». La famiglia di Mirko Ieni, l’uomo finito agli arresti domiciliari con l’accusa di essere stato il manovratore di due baby squillo nel quartiere romano dei Parioli, davanti alle telecamere di Lucignolo 2.0 respinge le accuse delle ultime settimane provando a fornire una chiave di lettura diversa dei fatti rispetto a quanto emerso dalle pagine di cronaca. A parlare sono la mamma e la sorella di Mirko, secondo le quali il loro familiare non sarebbe stato dunque uno sfruttatore, un mostro, ma un semplice collaboratore delle minorenni che vendevano il loro corpo in cambio di denaro.
«NON È UN MOSTRO» – «Restando qui a casa parliamo di tante cose, po si sfoga. Ci convince che di queste ragazzine non ne sapeva niente. Noi gli crediamo, siamo i genitori, ma gli crediamo veramente», dice la mamma a Lucignolo. «Io una delle ragazze l’ho conosciuta e 15/16 anni non li dimostrava affatto. Mi venne a prendere un giorno mio fratello per andare a lavoro, lei mi voleva salutare… pensavo che fosse una delle sue solite amiche. Era molto tranquilla», aggiunge la sorella di Mirko. Che poi comincia a leggere alcuni passaggi degli interrogatori che, secondo lei, potrebbero servire per scagionare il fratello dalle accuse, per dimostrare che lui non sapesse le sue baby prostitute fossero minorenni. «Dicevamo che avevamo 19 anni, ma non è sfruttamento della prostituzione, non è che leui si è messo a farci prostituire. È stata una scelta nostra», avrebbe affermato una delle due ragazze.
«C’ERA UNA COLLABORAZIONE ASSOLUTA» – Ma – precisa Lucignolo – in successivi interrogatori le ragazze avrebbero poi spiegato di rappresentare un vero e proprio stipendio per Ieni e di essere state utilizzate come macchine. Una versione confermata da una lunga serie di intercettazioni nelle quali le due minorenni vengono invitate da Ieni espressamente a dividere i guadagni e nelle quali il presunto sfruttatore racconta di fare affari con le ragazze, ma una versione che la famiglia non è affatto disposta ad accettare. Quando l’intervistatore di Lucignolo sottolinea che Ieni era a conoscenza che le baby prostitute frequentavano la scuola, la sorella risponde: «Le ha incontrate su una bacheca per minori dove è assolutamente vietato ai minori iscriversi. Loro hanno cominciato questa frequentazione per scambi di coppia. Era una collaborazione assoluta. I compensi che lui prendeva erano effettivamente i compensi divisi per le parti. Non era per l’appartamento. In un annuncio magari rispondeva una persona che voleva la coppia…». «Lui delle responsabilità ce l’ha. Ma lui non è il mostro, il capobanda», conclude un amico di Mirko.
TWITTER – Le parole non convincono nemmeno molti telespettatori. Alcuni commenti comparsi su Twitter al servizio di Lucignolo non sono benevoli nei confronti delle due donne intervistate:
#lucignolo anche se sono i genitori come possono affermare che #ieni non sapeva, le faceva prostituire
— Francesco Petrelli (@frap1975) 23 Marzo 2014
@lucignolo Ieni in galera senza se e senza ma …
— beppe (@costanzog) 23 Marzo 2014
Qua fra poco viene fuori che i colpevoli siamo noi che guardiamo #lucignolo. Pappone innocente, baby squillo vittime. Che falsità!
— Andrea Bonamini (@andreabona) 23 Marzo 2014
(Fonte foto: Lucignolo 2.0 / Italiauno / Mediaset)