Michele Serra attacca Simone Pillon: di Zucconi non parli «e pensi all’anima sua»

Hanno fatto molto discutere le parole usate da Simone Pillon per commentare la morte di Vittorio Zucconi. Il senatore leghista ha voluto dirgli addio dicendo «Prego per lui perché al là delle inutili e faziose celebrazioni di Repubblica si salvi l’anima. Ora, dove si trova, vede tutto molto chiaramente». Parole inappropriate per salutare una delle firme più importanti del giornalismo italiano. E a difenderlo è sceso in campo Michele Serra, che dalla sua amaca lancia un invito chiaro e tondo a Pillon: «Si taccia, e pensi all’anima sua».

Michele Serra attacca Pillon: di Zucconi non parli «e pensi all’anima sua»

Le parole usate dal senatore leghista a proposito della morte del giornalista Vittorio Zucconi sono «una specie di sequestro di persona post-mortem». A scriverlo è Michele serra, che attacca Simone Pillon dalla sua rubrica “L’amaca” di Repubblica. Il giornalista condanna l’intolleranza dei fondamentalisti, che oltre a perseguirla in terra cercano di «estenderla anche laddove il sorriso allegro di Vittorio se ne va a zonzo, libero e leggero, oltre il profilo dei monti, oltre le onde del mare, in fondo al rettilineo interminabile di una Statale americana».

Che si tratti di un attacco netto al senatore Simone Pillon, Michele Serra lo ha messo in chiaro fin dalla prima riga, e lo ribadisce più volte. Pillon, e quelli come lui, vedono in quel “oltre” «solo espiazione e punizione, una specie di penitenziario retto dal Padre contro i figli; e uno spiraglio di luce solo per chi ha pagato la bolletta con le sue giaculatorie e la sua sottomissione». Serra continua la sua rubrica attaccando la totale mancanza di spiritualità «dentro quel nero ordine», e rivendica il diritto «di andarcene alla nostra maniera. Che non è la loro».

«Non trovo le parole per dire quanto irrispettoso, anzi quanto violento sia questo necrologio non richiesto» conclude poi Michele Serra, citando anche un passaggio di Emily Dickinson: «L’anima sceglie il proprio compagno». La usa per sottolineare al senatore Simone Pillon  che Vittorio Zucconi di certo non sceglierebbe la sua compagnia là dove si trova ora, e gli rivolge quindi un invito: «Si taccia, per cortesia, e pensi all’anima sua, che alla nostra provvediamo da soli. Grazie.»

(Credits immagine di copertina: Michele Serra Wikimedia Commons ; Simone Pillon  ANSA/FABIO CAMPANA)

Share this article