Il ritorno di Michele Santoro in tv: dalle critiche alla gestione sanitaria a Travaglio direttore del Tg1

Il giornalista è intervenuto in occasione dell'uscita del suo libro "Nient'altro che la verità"

27/04/2021 di Redazione

Erano passati quasi tre anni dall’ultima puntata di M su Raitre, il programma – andato in onda dagli studi di Torino – in cui si cercava di sezionare ancora una volta e con particolari inediti il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. Ieri sera, nel corso di Otto e mezzo, Michele Santoro è tornato in televisione. Non risparmiando bordate e critiche a tutti, soprattutto per la gestione dell’emergenza sanitaria. L’occasione per il grande ritorno nel piccolo schermo, tuttavia, è legata alla prossima uscita – il 29 aprile – del suo libro Nient’altro che la veritàin cui Santoro raccoglie e mette insieme le testimonianze del killer di Cosa Nostra Maurizio Avola, in quella che lui stesso definisce l’inchiesta più importante della sua vita.

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Michele Santoro torna in tv, per l’occasione c’è anche Lerner in collegamento

In collegamento, per l’occasione, c’è anche Gad Lerner che – con Michele Santoro – è stato protagonista di quella Rai dell’approfondimento che ha fatto la storia della televisione. E la portata dell’evento è ben sottolineata dalla scienziata Antonella Viola – presente in trasmissione – che ha ricordato di «essere cresciuta e di essersi informata proprio grazie ai programmi di Santoro e di Lerner». Si diceva: bordate per tutti.

Michele Santoro non ha risparmiato critiche nella gestione dell’emergenza sanitaria, ha chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di andare in Calabria e di non andarsene fino a quando la regione non avrà messo in piedi una concreta strategia per la vaccinazione di massa della sua popolazione, ha chiesto che si guardasse a tutta quella popolazione che, non rappresentata, esprime preoccupazioni intorno alla campagna vaccinale, ha detto di essere rimasto deluso dal Movimento 5 Stelle che, una volta al governo, avrebbe dovuto cambiare totalmente la governance della Rai, magari proponendo Marco Travaglio come direttore del Tg1.

In mezzo, anche un momento amarcord con Lilli Gruber. Michele Santoro ha nostalgia per la televisione e ha affermato di avere ancora molto da proporre, contenuti nuovi che ben si inserirebbero in un panorama attuale che, invece, sembra “accontentarsi dell’1% di share”. «Se voglio tornare su Raitre? – ha detto – Ma non c’è più Raitre. C’è la Rai? Quando c’ero io, andavamo in onda io, Gad Lerner, Minoli e Vespa e in seconda serata facevamo il 70%. Poi non hanno più fatto proposte del genere perché il problema erano i target. Ma questo è servizio pubblico? Ora con Draghi sento addirittura parlare di Masi come ad della Rai. Se dovesse succedere, io e Vauro siamo pronti a incatenarci a Viale Mazzini».

Un ritorno gradito, insomma, e sicuramente non banale, che ha finalmente portato qualche tema nuovo in un dibattito televisivo che, nei talk show dell’ultimo anno e mezzo, si era appiattito sulle solite posizioni. E sulle stesse figure.

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