Il commento virale «mia cugina ha avuto un figlio nero», tra trolling e bufale

Tutto quello che c'è da sapere sul commento virale del momento (che è sbagliato dalla testa ai piedi)

18/10/2021 di Redazione

Se siete finiti su questo articolo, saprete sicuramente di cosa stiamo parlando. Del resto, sono rimasti davvero in pochi – sui social network italiani – a non aver letto il commento, diventato immediatamente virale, su Facebook «mia cugina ha avuto un figlio nero dopo la seconda dose. Quella m**da di materiale genetico che mettono come eccipiente. Hanno denunciato tutto come reazione avversa». Si tratta davvero di un commento reale? Siamo sicuri che non sia un troll? E in effetti ci sono un bel po’ di ingredienti per sospettare di un contenuto che ha avuto un successo ingiustificato. Vediamo insieme quali sono tutte le cose che non tornano.

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«Mia cugina ha avuto un figlio nero», un commento tutto sbagliato

Innanzitutto, l’incipit. Il fatto di aver iniziato il commento con un riferimento a una non meglio specificata «mia cugina» è già indizio di un ben preciso “genere”. In effetti, molto spesso si prendono in giro i no-vax (o coloro che diffondono notizie false sui social network) perché prendono come punti di riferimento e references in generale episodi accaduti a parenti o lontani parenti. In questo modo, riescono a mantenere anonima la segnalazione, senza per questo diminuirne la presunta efficacia (il meccanismo psicologico che se è successo a un cugino o a un parente prossimo, allora la fonte è attendibile). Già questo aspetto dovrebbe far riflettere sulla natura genuina del commento.

L’altro aspetto è l’utilizzo di un’immagine a sfondo razzista, il fatto di aver avuto «un figlio nero» paragonato a una sorta di reazione avversa da vaccino e condito da una definizione inelegante («m**da di materiale genetico»). La frase razzista – che spesso accompagna discussioni di bassissimo livello su Facebook – può essere un altro elemento inserito dall’autore del commento per “cavalcare” il sentimento diffuso di indignazione.

Anche il riferimento all’eccipiente può essere un segnale-spia. Gli eccipienti – secondo la definizione autorevole della Fondazione Veronesi – sono «sostanze inerti che non possiedono proprietà terapeutiche: nella chimica farmaceutica la loro presenza è necessaria per ragioni legate al processo di produzione, per facilitarne l’assunzione o per rendere possibile l’assorbimento da parte dell’organismo». La storia degli eccipienti del vaccino che provocherebbero reazioni avverse è un topos molto diffuso nelle chat no-vax e nelle pagine di disinformazione che vengono diffuse sul tema.

Inoltre, nel commento non si cita il nome del vaccino che avrebbe provocato il tutto (in maniera sapiente, dal momento che un caso così specifico su un determinato vaccino sarebbe stata facilmente verificabile nel portale per la farmacovigilanza che AIFA mette a disposizione per le segnalazioni di reazioni avverse – da verificare dopo una approfondita analisi scientifica – in tutti i medicinali). La situazione paradossale, poi, si commenta da sé.

Bufale e trolling hanno un confine molto sottile. Di certo, questo commento presenta tratti comuni all’uno e all’altro settore. Il fatto che l’autore o l’autrice del commento non siano riportati nello screenshot che circola (nella versione più comune, un tratto arancione copre sia il nome, sia l’immagine del profilo) non aiuta per classificare questo commento tra le bufale o tra i troll. Fatto sta che un contenuto del genere, più che essere genuino, sembra essere costruito ad arte per ottenere visualizzazioni e scatenare polemiche.

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