Scissione del Pd, parte il toto-sondaggi sulla popolarità di Matteo Renzi

Il dado di Matteo Renzi è tratto, il Partito Democratico è stato lasciato. Se alcuni cantano vittoria e liberazione, altri incolpano un ego smisurato. Fatto sta che ora bisognerà vedere come si batterà sul campo il nuovo seguito dell’ex sindaco di Firenze: il Corriere della Sera ha raccolto i dati passati per farsi una idea.

Scissione del Pd, parte il toto-sondaggi sulla popolarità di Matteo Renzi

I tempi non sono ancora maturi, come spiega a Il Corriere della Sera Alessandra Ghisleri di Euromedia Research: «È come se sul mercato arrivasse un prodotto ancora senza packaging, senza marca e dal contenuto non riconoscibile». Matteo Renzi però è un volto conosciuto, così come le sue convinzioni. Fondamentale nella creazione del nuovo governo, ora l’ex segretario del Pd ha deciso di correre da solo. Un’ipotesi di cui si parla da molto tempo, e su cui era già stato raccolto qualche dato.

Tra febbraio e marzo proprio Euromedia Research misurò per Porta a Porta il bacino d’utenza degli elettori che avrebbero potuto interessarsi ad un percorso solitario di Renzi, e venne fissato «tra il 6% e l’8%» spiega Ghisleri, specificando però che «non tutti gli interessati avrebbero poi votato un “partito di Renzi”».

Saltiamo quindi a settembre, nel clou della crisi di governo, quando Lorenzo Pregliasco, fondatore di YouTrend, misura la fiducia degli elettori a Renzi intorno al 15-20%. Un dato «molto basso» se confrontato con quello di Giuseppe Conte che allora superava il 50%, che «realisticamente accredita un partito che si richiama a Renzi intorno al 3-3,5%» dichiara Pregliasco al Corriere. Vero è che, seppur con una percentuale così bassa, spesso si può fare la differenza e far pendere l’ago della bilancia verso una o l’altro forza.

A riconoscere il valore strategico della separazione di Renzi è però Roberto Weber di Ixè che, sempre al Corriere della Sera, spiega che quello dell’ex sindaco fiorentino «è un calcolo politico che punta a un‘area moderata» e che lo spazio quindi c’è. Matteo Renzi nell’immediato post scisma gode più o meno della stessa popolarità di quando il Pd era ancora all’opposizione: tra il 4% e il 7,5%, afferma Carlo Buttaroni (Tecné) a il Corriere. Ed evidenzia anche un dettaglio importante: il vero antagonista di Matteo Renzi ora è Giuseppe Conte, con cui dovrà competere per ottenere il seguito dell’Italia più moderata, liberale, riformista.

(Credits immagine di copertina:  ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

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