Maria Elena Boschi: «Spadafora ha ragione, ma dov’erano i grillini quando Salvini agitava le bambole di gomma?»
10/07/2019 di Gaia Mellone
Maria Elena Boschi interviene sul terremoto scatenato da Vincenzo Spadafora, dandogli ragione per quanto riguarda la condanna al sessismo della Lega. Chiarisce però le accuse mosse nella stessa intervista dal deputato grillino in merito agli 11 milioni che lei avrebbe dirottato su altro: «Bugie».
Maria Elena Boschi: «Spadafora ha ragione, ma dov’erano i grillini quando Salvini agitava le bambole di gomma?»
«Sul sessimo della Lega Spadafora dice la verità». Maria Elena Boschi entra nella vicenda legata alle dichiarazioni rilasciate a Repubblica dal deputato grillino proprio sullo stesso giornale, ma il sostegno espresso dall’ex ministro alle Pari Opportunità è amaro: «Mi chiedo però dove fossero i cinque stelle quando, durante la campagna elettorale, Salvini esponeva bambole di gomma paragonandole alle sue avversarie politiche». La deputata Boschi infatti già da anni insieme al partito Democratico condanna un certo tipo di linguaggio, di machismo e di sfrontatezza che alcuni esponenti politici hanno riservato alle loro colleghe – e non solo. « È già successo», ma ben vengano le nuove condanne. Eppure, Maria Elena Boschi non può non notare una certa “ipocrisia” dovuta al fatto che da un lato ci sono le accuse di sessismo mosse da Spadafora, ma dall’altro «i Cinquestelle continuano a governare con la Lega».
Gli 11 milioni “dirottati”: «Bugie»
Un altro punto su cui Maria Elena Boschi tiene a fare chiarezza nell’intervista rilasciata a La Repubblica, è l’accusa mossa nei suoi confronti sempre da Spadafora in merito a 11 milioni destinati ai centri di violenza e poi dirottati su altro. «Bugie», risponde nettamente, «quei fondi non erano destinati fin dall’inizio alla gestione dei centri». Facevano parte di uno stanziamento aggiuntivo, spiega l’onorevole Boschi, spiegando che vennero dirottati su altri progetti vagliati dalla Corte dei Conti, che affrontavano diversi temi come sostegno alle strutture «che “curano” gli uomini maltrattanti», alle «donne migranti» e a campagne contro la violenza di genere nelle scuole del paese.
(Credits immagine di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)