Alla fine anche il M5S ha attaccato Marcello Foa

Ma in Rai chi comanda? pare che non lo sappia più nemmeno il Movimento,ento 5 Stelle, che ieri in commissione vigilanza della rete pubblica ha apertamente attaccato Marcello Foa, accusandolo di voler prendere il posto di Pietro Salini. Eppure un merito a Foa va riconosciuto: è riuscito a mettere d’accordo Partito Democratico, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento 5 stelle.

Alla fine anche il M5S ha attaccato Marcello Foa

L’unico partito dalla parte Marcello Foa è la Lega. L’ex cronista del giornale è stato attaccato senza pietà, prima da Daniela Santanchè che gli dice di essere «una grande delusione» perché «dovrebbe fare da garante, avere un ruolo di equilibrio e invece..», poi ci si mette Primo di Nicola,  che, oltre a sollevare un conflitto di interessi verso Foa presidente sia di Rai che di Raicom, lo redarguisce sul pluralismo che «non si garantisce solo con le percentuali» ma «bisogna guardare come viene data una notizia, come vengono scritti i programmi». Stesso punto su cui batte anche Davide Faraone del PD: «Lei non è una figura di garanzia. Sul pluralismo nei TG è venuto a raccontarci una storiella che avevamo già ascoltato da Sangiuliano, ma il Tg2 sembra la caricatura della parodia che Corrado Guzzanti faceva del Tg4». Ed è poi il pentastellato Gianluigi Paragone, proprio quello che tanto aveva spinto la nomina di Foa, a lanciare l’affondo finale: «Se vuole fare l’amministratore delegato, lo dica chiaramente. Si contenga!» dice citando inaspettatamente una massima di Silvio Berlusconi.

Ad innervosire la commissione è stata l’analisi portata da Marcello Foa secondo la quale nei telegiornali alla maggioranza attuale viene dato meno tempo televisivo rispetto al governo Renzi. Ma è Salini a rispondere alla domanda iniziale, affermando che crede « di svolgere al meglio il mio lavoro, ho sempre agito in autonomia». Niente ruolo di amministratore delegato nell’ombra per Foa quindi, che aha ribadito di non avere «ruoli operativi, ho accettato su richiesta dell’ad»

(Credits immagine di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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