Ma è vera questa storia che i manifestanti del 25 aprile non sono stati multati? (No)

C’è un mantra che si sta ripetendo quotidianamente in questi ultimi giorni, da quando cioè è stata prima organizzata e poi portata a termine la manifestazione del centrodestra unito dello scorso 2 giugno. A chi si indigna per gli assembramenti che si sono visti in via del Corso a Roma, a chi critica Matteo Salvini e Giorgia Meloni per i selfie senza mascherina, viene contrapposta sempre la stessa risposta: «e allora i manifestanti 25 aprile? Perché quelli non sono stati multati e noi non possiamo manifestare?».

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Manifestanti 25 aprile che sono stati multati

Tra l’altro, anche nella tarda serata di ieri, Giorgia Meloni ha alimentato questa vox populi, in uno strano post preventivo in merito alle multe che «starebbero per arrivare» ai manifestanti del 2 giugno. In un passaggio del suo post, infatti, la leader di Fratelli d’Italia ha scritto: «Quando tutti erano in casa e non si poteva partecipare nemmeno ai funerali dei propri cari, ci sono state centinaia di persone che sono scese in piazza per manifestare il 25 aprile. Nessuna multa per loro».

Ma questa affermazione, che ha scatenato l’esercito dei twittatori con la bandierina tricolore, ha un fondamento di verità? Provate a chiederlo all’ex sindaco di Belforte Roberto Paoloni che, tra l’altro, riveste anche il ruolo istituzionale di consigliere di minoranza. Il 25 aprile, munito di un dispositivo di protezione e – soprattutto – da solo, si è recato a deporre una corona di fiori presso il monumento dedicato alla Liberazione. Il risultato è stato un verbale da 533 euro.

Chiedetelo alle Reti sociali napoletane che, lo scorso 25 aprile, in gruppi di massimo dieci-dodici persone tutte con dispositivi di protezione personale, hanno esposto alcuni striscioni per ricordare la Resistenza. La questura di Napoli, sia a Fuorigrotta, sia a Piazza Municipio, ha multato una quindicina di persone.

Anche in Friuli Venezia Giulia il 25 aprile è stata una giornata record per le sanzioni amministrative. Mentre a Roma, nei quartieri Alessandrino, Torpignattara e Garbatella – dove si erano registrate manifestazioni spontanee – le forze dell’ordine hanno disperso assembramenti di massimo trenta persone e, in alcuni casi, hanno proceduto all’identificazione dei manifestanti.

Il paragone tra il centrodestra del 2 giugno e i manifestanti 25 aprile

Ora, c’è da dire che le condizioni normative entro cui è possibile svolgere le manifestazioni sono mutate. Il 25 aprile si era ancora in un regime di stretto lockdown, mentre dal 18 maggio le manifestazioni sono consentite, sebbene in forma statica e con i dispositivi di protezione. La disparità di trattamento, insomma, ci sarebbe soltanto nel caso in cui provvedimenti analoghi a quelli intrapresi nel corso della Festa della Liberazione e nei giorni successivi (adeguati al nuovo quadro normativo) non fossero presi anche per la manifestazione del centrodestra il 2 giugno a Roma. Di certo non si trattava di assembramenti di piccoli gruppi di persone, di certo non era una manifestazione in forma statica, di certo – lo si vede nei numerosi video – non si sono rispettate le distanze minime di sicurezza.

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