Malika blocca i commenti e la possibilità di risposta alle sue IGstories

La triste vicenda che ha reso protagonista Malika Chalhy qualche mese fa ha attirato la solidarietà di molte persone, quelli a cui assistiamo oggi sono invece gli indesiderati effetti collaterali

01/07/2021 di Giorgia Giangrande

A questa mattina risale l’esplosione del polverone che riguarda Malika Chalhy, la ragazza cacciata di casa dai genitori qualche mese fa perché omosessuale, in un paesino della provincia di Firenze. Dopo essere finita in tendenza su Twitter nella categoria di «passione automobilistica», la storia di Malika si è dispiegata nei vari social network attraverso la voce di utenti comuni ma anche di persone coinvolte nella vicenda, in maniera diretta o indiretta, e potenziali conoscitori di altri retroscena ancora della storia.

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La storia di Malika: Fanpage, Le Iene, Maurizio Costanzo Show

La triste vicenda di Malika rimbomba nella cassa di risonanza dei social network nei primi giorni del mese di aprile 2021, quando Fanpage condivide un’intervista fatta alla giovane 22enne su una panchina. Una storia che entra nel cuore di molti e una voce, quella della madre nei messaggi vocali di Whatsapp, che incute timore a chiunque, tanto da far emergere l’accorata domanda «Davvero una madre può arrivare a tanto?». Da Fanpage poi la platea più ampia de Le Iene, con un servizio di Veronica Ruggeri che ripercorre tutta la narrazione e tenta invano di instaurare un dialogo con i genitori e con il fratello di Malika.

La sera stessa del 13 aprile 2021, data in cui va in onda il suddetto servizio di Ruggeri e in cui la stessa ragazza presenzia come ospite in studio, Malika è protagonista tra gli ospiti del Maurizio Costanzo Show. In quell’occasione riceve la solidarietà dei presenti, ma più di tutti del conduttore, che – confessa l’agente di Malika a Lucarelli – «le ha dato un qualcosa in più di soldi per una puntata perché le voleva fare un regalo. Maurizio ha fatto un’opera di bene, anziché sul gofundme li ha dati a lei. Era un regalo».

Il trasferimento a Milano

Tra queste varie ospitate, su e giù per l’Italia, Malika riceve sostegno, conforto e vicinanza all’unanimità. In quest’ottica, la raccolta fondi creata su Gofoundme è soltanto uno strumento che consente a chi è entrato in empatia con la vicenda di far sentire il proprio contributo. Malika raccoglie in poco tempo oltre 140 mila euro, una ricca base per ricostruire la sua vita, dal momento che – a suo dire – i genitori non le permettevano nemmeno di fare rientro a casa per riprendere i vestiti.

Qualche settimana ancora e Malika prende una casa in affitto a Milano con la sua compagna, lo rende noto tramite il suo profilo Instagram con una foto ritraente le loro mani e la zampa del loro nuovo compagno: un cucciolo di bulldog francese, a corredo la didascalia che si apre con «Nido», quello che racconta di aver faticosamente creato.

Malika Chalhy: dal palco del DdL Zan al Magna Grecia Awards

Nel frattempo passano i mesi e il consenso attorno a Malika cresce e supera su Instagram i 100 mila followers. Malika è ormai l’icona del mondo LGBTQ+, per questo viene identificata come la più simbolicamente indicata a salire sul palco della manifestazione pro DDL Zan a Milano lo scorso 8 maggio.

Negli stessi giorni Malika si trova su un altro palco, quello del Magna Grecia Awards, dove si aggiudica il premio Cultura della Vita. La ragazza commenta il premio e la serata con un post su Instagram e, tra le altre cose, scrive: «Arrivo da un momento drastico della mia vita che, bene o male, conoscete tutti. Quindi trovarmi lì con determinate persone e con la responsabilità di rappresentare una comunità per me è stato veramente tanto tanto difficile. Avevo paura, ero nel panico e vivevo emozioni contrastanti», passaggio in cui emerge la sua consapevolezza di star rappresentando una grande quantità di persone.

Dalla storia Instagram a Selvaggia Lucarelli e Gabriele Parpiglia

Proprio in questi giorni, però, una storia Instagram postata da Gaia Zorzi tradisce la credibilità di Malika. Nel video Malika è alla guida di una Mercedes e fin qui tutto nella norma, l’auto potrebbe essere noleggiata o prestata.

Alla domanda «ti sei comprata il bolide?» di Gabriele Parpiglia al «Live Now», Malika nega che la macchina sia di sua proprietà e con l’aiuto della compagna, seduta affianco a lei, risponde che le persone prima di far circolare determinate notizie dovrebbero informarsi, perché la macchina appartiene ai genitori della sua ragazza, che gliel’hanno prestata per «salire su a Milano».

Ma Selvaggia Lucarelli non crede alla loro versione e ieri, 30 giugno, pubblica su TPI un’intervista a Malika, svoltasi proprio con lo scopo di far emergere delle verità troppo a lungo celate: sembra che Malika abbia sperperato i soldi ricevuti dalla raccolta Gofoundme, un cane da 2500 euro e una Mercedes da 17 mila euro.

L’esplosione della verità e il blocco di Malika Chalhy ai commenti

A distanza di qualche ora da quella che è stata una vera esplosione social, Malika ha dato la sua versione dei fatti pubblicando nelle sue storie Instagram vari screenshot attestanti l’avvenuto pagamento da parte sua di bonifici verso Associazioni benefiche: Centro Lillith Donna e Reparto Nadia Toffa sono soltanto due dei vari esempi.

Negli stessi istanti, la ragazza condivide anche un post, che contiene le sue scuse e la sua volontà di comunicare con trasparenza ai tanti che le sono stati vicino. Nel frattempo, però, ciò che il profilo social di Malika

riceve è un decremento vertiginoso dei suoi followers e commenti di disapprovazione per tutto ciò che è emerso nelle ultime 24 ore. Malika racconta la sua verità e conclude il post firmandosi «la ragazza che farà di tutto per essere la voce di tutti voi».

Ancora qualche momento e boom. Malika disattiva la possibilità di ricevere i commenti ai suoi post e quella di ricevere risposte alle sue Instagram Stories, ma in un’ottica social questa decisione non rientra tra le più consigliate. I problemi non si risolvono negando alle persone la possibilità di sollevarli. La versione di Malika non sembra aver convinto o forse, per adesso, l’indignazione di chi ha donato, creduto e riposto fiducia in questa storia è troppo grande.

Un triste effetto collaterale però va sottolineato: questo episodio costituisce un danno sociale molto grande verso la comunità LGBTQ+, costituita da persone che lottano tutti i giorni con sincera lealtà per i propri diritti e che, a causa di quest’episodio, si vedono ingiustamente rappresentati da tanta slealtà o, per meglio dire, poca trasparenza.

Non sappiamo quale sarà la conclusione di questa vicenda, se Malika Chalhy riattiverà i commenti o se disattiverà per un po’ il suo profilo Instagram, non siamo detentori di nessuna verità e qualora una dovesse prevalere su un’altra, lasceremmo Pirandello rispondere per noi: «io sono colei che mi si crede».

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