Cos’è la “sindrome del personaggio principale” che sta avendo tanto successo su TikTok

Il grande successo di questa tendenza è legato a doppio filo a quanto i giovani hanno vissuto in questo ultimo anno di pandemia

07/04/2021 di Ilaria Roncone

Sono oltre 5,2 miliardi le visualizzazioni dei contenuti legati all’hashtag MainCharacter su TikTok. Un numero veramente alto che dà la misura di un fenomeno che sta coinvolgendo i ragazzi che creano contenuti sul social cinese, tendenza che è già stata presa in esame nei suoi aspetti psicologici. I video raccolti sotto questa etichetta mostrano i giovani recitare in scenari immaginari che li vedono come protagonisti: dall’ammirare il tramonto sullo skyline di New York all’immedesimarsi nei personaggi principali di un film in determinate scene, i ragazzi mostrano su TikTok una versione romanzata della propria vita che – spesso e volentieri – si basa su cliché cinematografici.

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Maincharacter su TikTok come conseguenza di un anno di pandemia

Vista la vastissima portata, il fenomeno è stato preso in esame sotto il punto di vista psicologico. Come riporta The Guardian, questi giovani che dicono di subire quella che hanno definito “sindrome del personaggio principale” (che non è un termine medico ufficiale) hanno tutti lo stesso sintomo: si inseriscono in una narrazione come se fosse una sceneggiatura. Eddie Brummelman, assistente professore presso l’Università di Amsterdam specializzato nello sviluppo del bambino, questo fenomeno così partecipato è frutto dell’anno che abbiamo vissuto: «Sappiamo che la pandemia ha fatto sentire le persone nostalgiche, sole e indifese, soprattutto i giovani perché sono stati privati ​​di così tante parti significative della loro vita, specialmente le parti sociali».

La fotocamera frontale come strumento di auto-narrativizzazione

Olivia Yallop, direttrice dell’agenzia di marketing focalizzata sui giovani The Digital Fairy, ha definito la tendenza come «mezzo per riposizionare e ricontestualizzare la propria identità per sentire di avere più controllo sulla propria vita, diventando il centro della propria storia». Sempre Brummelman ha spiegato che «creare una storia potrebbe essere un modo per colmare quel vuoto o per eliminare quella sensazione di solitudine. Immaginarsi come protagonista non solo dà quel senso di libertà d’azione che è stato portato via a causa della pandemia, ma anche questa sensazione che le altre persone stiano guardando o si preoccupino di ciò che sta succedendo alla tua storia».

Secondo Yallop i giovani «si auto-narrativizzano» anche grazie agli strumenti che hanno a disposizione (fotocamera frontale in primis) e, studiando le tendenze sociali, afferma che la tempistica non può essere una coincidenza: «È interessante che il personaggio principale stia esplodendo in un momento in cui così tanti sono isolati e bramano connessioni sociali».

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