Mafia, camorra e ‘ndrangheta: la mappa aggiornata

 

REGGIO CALABRIA/1 – La criminalità di Reggio Calabria rimane articolata in tre mandamenti ed altre strutture di livello inferiore che hanno la funzione di coordinamento competenti su specifiche aree del territorio. Per quanto riguarda il mandamento tirrenico, nella Piana di Gioia Tauro si conferma la posizione di rilievo della cosca Piromalli. Nel comprensorio di Rosarno e San Ferdinando, invece, opera la cosca Pesce/Bellocco, rimasta colpito nel 2011 e nel 2012 da sequestri di beni di ingente valore. Nel comune di Palmi operano i gruppi ‘ndranghetisti Gallico e Parrello. A Seminara sono attive le cosche Santaiti/Gioffrè, detti ‘Ndoli/Siberia/Geniazzi’, e Caia/Laganà/Gioffrè, detti ‘Ngrisi’. La famiglia Crea, intanto, proiettata anche nell’Italia settentrionale, fa sentire la propria egemonia nell’area di Rizziconi. A Castellace di Oppido Mamertina è attivo il gruppo Rugolo/Mammoliti. Nella stessa area operano le cosche Polimeni/Mazzagatti e Ferraro/Raccosta. Il comprensorio di Sinopoli, Sant’Eufemia e Cosoleto, rimane sotto l’antica influenza della famiglia Alvaro. Si conferma la leadership delle famiglie Facchineri e Albanese/Raso/Gullace a Cittanova, Avignone a Taurianova, Longo/Versace a Polistena, Petulla/Ierace/Auddino e Foriglio/Tigani a Cinquefrondi, mentre a San Martino, frazione del comune di Taurianova, opera la cosca Maio. A Giffone è attiva la cosca Larosa. A Scilla il gruppo criminale Nasone/Gaietti.

 

mafia camorra 'ndrangheta mappa 3

 

REGGIO CALABRIA/2 – Nel mandamento centro della provincia di Reggio Calabria permane la supremazia delle cosche storicamente egemoni: i De Stefano, i Condello, i Libri e i Tegano. Ad altri gruppi criminali è stata lasciata autonomia di controllo sui ‘locali’ a loro riconducibili. Nell’area operano anche: la cosca Serraino, attiva nel comune di Cardeto, nel quartiere San Sperato e nelle frazioni di Cataforio, Mosorrofa e Sala di Mosorrofa; la cosca Ficara/Latella, presente nella parte sud del capoluogo, la cosca Lo Giudice, nel quartiere di Santa Caterina; il gruppo Borghetto/Caridi/Zindato/Rosmini, nei rioni Modena e Ciccarello; la cosca Crucitti, gravitante nell’orbita dei De Stefano, che controlla i quartieri di Condera e Pietrastorta; la cosca Labate, nel quartiere Gebbione, a sud del capoluogo; infine, gli Alampi, attivi nella frazione cittadina Trunca e federata con il potente casato mafioso dei Libri.

REGGIO CALABRIA/3 – Per quanto concerne il mandamento ionico viene confermato il dominio delle famiglie Barbaro/Trimboli a Platì e Nirta/Strangio e Pelle/Vottari a San Luca. Ad Africo, intanto, esercita la sua influenza la cosca Morabito/Palamara/Bruzzanti. A Siderno opera il gruppo criminale Commisso, in contrapposizione alla cosca dei Costa. A Marina di Gioiosa sono presenti le famiglie Aquino/Coluccio e Mazzaferro. A Gioiosa sono attivi i sodalizi Scali/Ursino federate con i Costa/Curciarello. A Monasterace e nei comuni vicini di Stilo, Riace, Stignano, Caulonia e Camini, fa sentire la sua influenza la cosca Ruga/Metastasio/Leuzzi, che risulta legata ai Gallace, attiva a Guardavalle, in provincia di Catanzaro. A Caudonia opera il gruppo criminale Vallelonga. Il comprensorio di Locri, intano, rimane diviso tra due cosche egemoni, i Cordì e i Cataldo, che sembrano aver raggiunto un accordo stabile dopo una faida durata quarant’anni. Nel comune di Careri sono attive le famiglie Cua, Ietto e Pipicella, legate alle vicine cosche di San Luca e Platì. Ad Antonimina è presente il gruppo Romano. In Ardore la cosca Vacalli, in Canolo i Raso, in Ciminà i Nesci e a Cirella di Platì i Fabiano. La famiglia Iamonte domina l’area di Melito Porto Salvo. Mentre a Roghudi e Roccaforte del Greco risultano attive le storiche consorterie dei Pangallo/Maesano/Favasuli e Zavettieri, federatisi dopo la ‘faida di Roghudi’. Nel comprensorio di San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri si segnala ancora il dominio della cosca Paviglianiti, fortemente legata alle famiglie Flachi, Trovato, Sergi e Papalia, caratterizzate da significative proiezioni nel nord Italia e legate alle cosche reggine dei Latella e dei Tegano, ed anche con i Trimboli di Platì e gli Iamonte di Melito Porto Salvo.

CATANZARO – A Catanzaro e provincia, rivela il rapporto del Viminale, non si sono verificate significative variazioni del panorama criminale della ‘ndrangheta. Le aree di maggior interesse per l’organizzazione rimangono il lametino e il soveratese. Nel capoluogo si segnala ancora la situazione di equilibrio tra le originarie consorterie criminali e il clan degli zingari, molto attivo nel mercato della droga.

COSENZA – Nella città di Cosenza, nonostante un indebolimento dovuto alla morte del suo capo, si rileva ancora una volta il dominio della cosca denominata ‘BellaBella’, alleata con gli zingari di via Popolia. Nel capoluogo opera anche la compagine criminale Lanzino. Sul litorale ionico della provincia mantengono saldo il loro potere criminale i Forastefano, a Cassano, e gli zingari, a Lauropoli, anche se colpiti da recenti inchieste. A Rossano e nella zona a sud della costa fino a Cariati, al confine con il locale di Cirò Marina, opera la cosca un tempo riconducibile a Nicola Acri, arrestato a Bologna nel 2010. Sulla zona tirrenica opera invece la cosca Muto. Nel paolano, il gruppo Martello/Ditto/Scofano e la famiglia Serpa. Ad Amantea sembrano agire gli affiliati alle cosche Besaldo e Africano/Gentile. Altri gruppi, vicini ai Lanzino, sono attivi nei comuni a sud e a nord del capoluogo.

CROTONE – A Crotone la dislocazione delle cosche della ‘ndrangheta a fine 2012 rimane sostanzialmente immutata rispetto a quanto emerso in precedenza. Nel rapporto sull’operato e sui risultati conseguiti dalla Dia nel primo semestre del 2012, il Ministero dell’Interno aveva segnalato in precedenza l’attività dominante della famiglia Comberlati. Per quanto concerne invece la provincia era stata rilevata la permanenza delle storiche cosche Vrenna/Bonaventura/Corigliano. Degli Arena e dei Nicoscia ad Isola Capo Rizzuto. Dei Grande, Aracri e Gragone a Cutro. E, infine, dei Farao/Marincola a Cirò.

VIBO VALENTIA – A Vibo Valentia sembrano essere riprese alcune dinamiche conflittuali. Nella porzione di territorio compresa tra la città capoluogo, la frazione Piscopio e il piccolo comune di Stefanaconi, è in atto un confronto tra due bande criminali: da una parte il gruppo di Stefanaconi, che fa capo alla cosca dei Patania alleata dei Mancuso di Limbadi, dall’altro il gruppo dei ‘Piscopisani’ che fa capo alla famiglia Fiorillo. Nelle Serre Vibonesi, a ridosso delle province di Reggio Calabria e Catanzaro, continua invece la seconda ‘faida dei boschi’. Nel dettaglio, nella provincia permane il dominio dei Mancuso, che mantiene il potere anche grazie all’appoggio di gruppi del reggino e del lametino. Numerose le ‘ndrine satellite: in città sono presenti le famiglie dei Lo Bianco, dei Fiarè/Razionale di San Gregorio d’Ippona, dei Bonavota e dei Petrolo di Stefanaconi e Sant’Onofrio; nella Marina del capoluogo operano i Mantino/Tripodi; da Briatico a Tropea sono attive le famiglie Accorinti e La Rosa; nei comuni di Pizzo e Francavilla Angitola si segnalano le famiglie Fumara e Cracolici; nella zona montuosa delle Serre sono presenti le storiche ‘ndrine dei ‘Viperari’ che hanno capo alla famiglia Vallelonga; a Filadelfia controlla le attività illecite la cosca Anello/Fruci; nei comuni più a valle, infine, sono presenti i gruppi Soriano e Pititto.

NOTA – Il rapporto del Viminale sull’attività e sui risultati conseguiti dalla Dia fornisce informazioni dettagliate anche sulla criminalità organizzata presente in Puglia e in Basilicata, nonché sulle organizzazioni malavitose straniere operanti nel nostro paese e sulle proiezioni extraregionali di Cosa Nostra, camorra e ‘ndrangheta.

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