Il Giornale dà a Luigi Di Maio della «capra espiatoria»
26/02/2019 di Enzo Boldi
Nel mondo del calcio – e dello sport in generale – negli ultimi tempi è nata la questione intorno al termine Goat. In inglese vuol dire ‘capra’ e – come ormai accade da tempo in Italia, grazie allo sdoganamento pubblico dell’insulto fatto da Vittorio Sgarbi – non si tratta di un complimento. Il suo acronimo, però, G.O.A.T produce la frase ‘Greatest Of All Times’, il migliore di tutti i tempi. Ma questo non è il caso che riguarda il titolo de Il Giornale di martedì 26 febbraio, nel quale si dà a Luigi Di Maio della capra. Espiatoria.
Nessun errore, come spiega Francesco Maria Del Vigo nel suo commento a pagina 1, ma un vero e proprio riferimento al concetto di capra come insulto sdoganato negli ultimi anni. «Dopo nove mesi di governo e due tornate elettorali che hanno polverizzato il tesoretto di voti di Movimento, ora i vertici grillini non hanno più dubbi: è colpa di Luigi Di Maio – scrive il vicedirettore de Il Giornale-. Hanno trovato il capro espiatorio, anzi la capra espiatoria».
Il Giornale: «Luigi Di Maio è una capra (espiatoria)»
La scelta linguistica viene giustificata e motivata qualche riga dopo: «In termini sgarbiani, s’intende, dato che la principale accusa che gli rivolgono i suoi stessi compagni di partito è la mancanza di competenza». Una critica che, in realtà, non sembra essere circoscritta all’interno dei Cinque Stelle, ma che arriva da più parti, soprattutto dalle opposizioni, con Silvio Berlusconi che ne ha fatto un nuovo mantra elettorale. Nel suo commento, Del Vigo analizza come Luigi Di Maio sia stato utilizzato dal M5S, come una sorta di applicazione: «Lo hanno usato come una sorta di app e ora hanno capito che non si può aggiornare come si fa per quelle sull’IPhone».
Da leader a unico accusato del crollo M5S nei consensi
Capra o non capra, la realtà è che nel Movimento 5 Stelle, nonostante le frasi ottimistiche sulle sorti di questa maggioranza e sul loro futuro alla guida del Paese – con o senza la Lega -, sia in atto un’analisi critica delle posizioni mantenute finora dal proprio leader politico. Scelte che, analizzando gli ultimi risultati elettorali in Abruzzo e Sardegna, sono il segno di uno scollamento tra Luigi Di Maio, la sua base e il suo elettorato che, fino a pochi mesi fa, lo esaltava come il nuovo che avanza. La scalata irrefrenabile, però, sembra essersi interrotta sul più bello e il ruolo del leader è quasi compromesso.
(foto di copertina: ANSA / CIRO FUSCO)