Lucia Borgonzoni e lo «schiaffo» all’arcivescovo di Bologna. Arriva la condanna del padre della senatrice leghista

L’educazione paterna è quella che lascia il segno. Se poi sei un personaggio pubblico e rinomato il peso delle parole diventa sempre maggiore. La senatrice leghista Lucia Borgonzoni ha ricevuto la reprimenda del padre Gianbattista, famoso architetto bolognese, dopo che la scorsa settimana si era resa protagonista di uno «scivolone» tirandosi fuori, anzi fuggendo, da un confronto sul tema migranti con l’Arcivescovo Matteo Zuppi durante il convegno in ricordo del Cardinale Biffi.

LEGGI ANCHE > Lucia Borgonzoni pubblica la foto di un attivista Labas scambiandolo per un poliziotto

«Ho assistito con curiosità al recente Convegno in ricordo del Cardinale Biffi, occasione mancata  di confronto diretto fra la linea muscolare della Lega sui migranti, rappresentata da mia figlia  talentuosa Lucia sottosegretario alla Cultura e quella della Chiesa  di Bologna dell’Arcivescovo Matteo Zuppi, attenta alle migrazioni epocali dei poveri dal Sud del mondo verso l’Europa», ha scritto Gianbattista Borgonzoni in una lettera aperta indirizzata al quotidiano La Repubblica.

Lucia Borgonzoni, la leghista che non legge da tre anni e fugge dai confronti

Un confronto che non c’è mai stato tra chi sostiene con forza la linea anti-immigrazione chi, come monsignor Matteo Zuppi è a favore dell’accoglienza. La senatrice in quota Lega, dopo aver portato avanti le sue tesi, ha deciso di non ascoltare le repliche del prelato alzandosi e abbandonando la discussione, celandosi dietro la scusa di impegni istituzionali. «Sono amareggiato dal fatto che Lucia, talentuosa politicamente e sempre apprezzata da me oltre i perigliosi versanti politici – ha proseguito Gianbattista Borgonzoni nella sua lettera -, abbia accettato  la permanenza su Facebook di giudizi vergognosi verso la Chiesa e verso l’Arcivescovo di Bologna».

Lucia Borgonzoni ha contro anche il padre architetto

Il padre della senatrice e sottosegretaria alla cultura, nella sua lettera a Repubblica si è apertamente schierato contro i proclami della Lega: «Molti operatori culturali pensano, io fra essi, che accusare le Ong di complicità verso gli scafisti e lasciare per giorni  dei profughi disperati in balia del Mediterraneo come potenziale titolo  di scambio, con centinaia di morti affogati nelle ultime settimane, non rappresenti la vera ed umana soluzione del problema. Non è certamente la linea muscolare della Lega a risolvere una complessa situazione interpretata come bancomat per facili consensi verso una popolazione italiana senilizzata, operativa spesso per asfittiche logiche familistiche e  colpita da una crisi che ha depauperato il proletariato e grandemente i ceti medi, quindi timorosa del futuro e pervasa spesso di idee xenofobe».

(Foto di copertina: ANSA/GIORGIO BENVENUTI)

Share this article