Il viceministro Sileri rivendica il lockdown totale: «Così abbiamo salvato 600mila vite»

Il primo commento di un rappresentante del governo dopo la desecretazione dei verbali del comitato tecnico-scientifico

06/08/2020 di Gianmichele Laino

Dopo l’accesso agli atti secretati del comitato tecnico-scientifico da parte della Fondazione Einaudi, la polemica del giorno ha riguardato il fatto che, prima del lockdown dell’11 marzo, non ci sia stata alcuna indicazione del comitato tecnico-scientifico sull’estensione del lockdown totale a tutto il territorio italiano. Nell’ultimo verbale a disposizione prima della chiusura, infatti, era emerso che il team di esperti che ha guidato le decisioni del governo aveva stabilito una doppia sfera d’azione: una più stringente nelle aree intorno ai primi focolai in Lombardia, un’altra meno significativa nel resto d’Italia.

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Lockdown totale, la difesa di Sileri dopo la polemica sul comitato tecnico-scientifico

Le polemiche sono emerse proprio in virtù di questa presunta discrepanza, con una parte dei commentatori e dei politici italiani che continuano a ritenere inadeguata la misura del lockdown totale. Il primo esponente del governo che commenta questa situazione, tuttavia, è il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, contagiato a sua volta dal coronavirus. 

«Il lockdown totale – ha detto in un’intervista all’Huffington Post – ha salvato 600.00 vite in Italia secondo studi scientifici. Ho sempre detto che prima si chiudeva meglio era, così come ritengo necessaria una riapertura controllata e monitorata. Poi, una chiusura precoce non significa una restrizione all’infinito ma, anzi: chiusura rapida e riapertura».

Sileri cita lo studio scientifico che era stato messo a disposizione del governo italiano il 12 febbraio scorso e che prevedeva, nello scenario peggiore, dalle 600mila alle 800mila vittime per coronavirus in Italia se non si fossero messe in atto opportune contromisure. E rivendica la natura politica della decisione presa dal governo, nonostante le indicazioni più blande del comitato tecnico-scientifico (che restano comunque ancora da documentare per intero, anche perché non c’è una esatta corrispondenza con le date dei dpcm che hanno chiuso l’Italia, lasciando immaginare che la situazione in costante evoluzione abbia potuto portare a decisioni più drastiche).

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