In Cina, i minori potranno usare i videogiochi online solo per 3 ore a settimana

Il divieto arriva per tutti i giorni feriali in cui saranno impegnati con la scuola

31/08/2021 di Gianmichele Laino

Contro la dipendenza da gaming scende in campo la National Press and Publication Administration in Cina. I videogiochi saranno vietati ai minori di 18 anni in tutti i giorni feriali e la possibilità di collegarsi a un dispositivo per giocare in maniera virtuale sarà consentita soltanto per tre ore a settimana, dalle 20 alle 21 nei giorni di venerdì, sabato e domenica. Una decisione drastica, che si inserisce all’interno di un insieme di provvedimenti decisi in queste settimane dall’autorità centrale di Pechino: fino a questo momento, vi avevamo parlato della nuova normativa sulla provacy del Dragone (che entrerà in vigore il prossimo 1° novembre) e del controllo sugli algoritmi richiesto dalla stessa Assemblea cinese.

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Limitazioni videogame in Cina, massimo tre ore consentite per l’utilizzo

Occorre dire, comunque, che non si tratta di una limitazione nuova, sebbene sia decisamente più stringente. I minori, infatti, potevano giocare ai videogame per soli 90 minuti al giorno (nei giorni feriali), mentre il limite era di tre ore al giorno nei week-end. Un tempo sicuramente più lungo di quanto previsto dalla recente normativa, ma comunque limitato e non lasciato alla discrezionalità delle famiglie. Nell’ultimo periodo, tuttavia, lo stato cinese aveva riscontrato un aumento delle violazioni da parte dei minori: per aggirare i precedenti divieti, infatti, i minori utilizzavano gli accessi degli adulti (ad esempio, dei loro genitori), in modo tale da poter usufruire in maniera praticamente illimitata dei servizi di gaming.

Gli obiettivi della norma e la richiesta alle società di gaming

L’obiettivo dell’ente regolatore della distribuzione dei contenuti media in Cina, infatti, sarebbe quello di combattere l’eccessiva dipendenza dei minori dagli schermi dei device e di proteggere, di conseguenza, la loro salute fisica e mentale. Questo è quanto riportato all’interno delle motivazioni che hanno spinto la NPPA ad attuare questo insieme di regolamenti che entra a gamba tesa nelle abitudini dei giovani cittadini cinesi.

Sempre nell’ambito di questa normativa, si chiederà a tutte le società di gaming di monitorare gli accessi ai loro servizi, assicurandosi che i nomi utilizzati siano effettivamente corrispondenti alla realtà, in modo tale da limitare in maniera efficace l’accesso multiplo con più nickname (che, di conseguenza, permetterebbe di aggirare il massimo di 3 ore a settimana previsto per il gioco online).

Potrebbe non essere l’unico sforzo richiesto dai legislatori in futuro. Potrebbe essere verosimile una nuova azione per limitare l’utilizzo di altri servizi in internet ai minori di 18 anni, come – ad esempio – l’impiego di social network. A quel punto, anche colossi come TikTok – che in Cina sono nati e che da lì hanno preso il largo verso i mercati occidentali – potrebbero subire una grave battuta d’arresto a causa di disposizioni governative. La reazione dei colossi del gaming, invece, è stata piuttosto prudente in queste prime ore dall’annuncio della nuova legislazione. Tencent, ad esempio (stiamo parlando di uno dei grandi colossi del settore), ha affermato che il gioco da parte dei minori rappresenta solo una piccola fetta del suo ampio mercato e ribadisce che già in passato aveva realizzato delle azioni di “pattugliamento” per smascherare i minori con un accesso collegato a un adulto (anche attraverso l’utilizzo di sistemi di riconoscimento facciale). Occorrerà capire quanto, a lungo termine, questa nuova legislazione condizionerà il mercato cinese. E quanto inciderà nelle scelte strategiche dei grandi players del settore che, in Cina, avevano trovato un vero e proprio terreno fertile, visto il gran numero di giocatori online.

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