Quanto ha impattato l’articolo di Repubblica sulla notorietà del libro del generale Vannacci?

Abbiamo provato a capire in che misura l'articolo di una testata del calibro di Repubblica può pesare sulla diffusione del libro autoprodotto di uno scrittore alle prime armi

18/08/2023 di Ilaria Roncone

Nella giornata di oggi stiamo approfondendo – a partire dal libro generale Vannacci, che attualmente si trova primo sulle classifiche di Amazon (e in un precedente articolo abbiamo spiegato perché) – cos’è che determina la notorietà di un prodotto (in questo caso specifico, di un libro) sulle piattaforme di e-commerce. L’ecosistema social/piattaforme di vendita è – come non sorprende capire una volta che lo si osserva – interrelato. I giornali online, in tutto questo, possono giocare un ruolo importante e Repubblica (che per prima ha sensatamente evidenziato la gravità del fatto che un generale dell’Esercito abbia scritto 373 pagine di incitamento all’odio nei confronti di determinate categorie), con il suo articolo, ha contribuito a dare il via all’ascesa (in termini di notorietà) di questo volume.

Volume che, molto probabilmente, sarebbe rimasto sepolto nelle classifiche dei libri autoprodotti su Amazon e che non avrebbe mai visto i bagliori del successo a livello di diffusione digitale.

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La diffusione del libro generale Vannacci innescata dopo l’articolo di Repubblica

Partiamo dai fatti. Nel pomeriggio del 17 agosto 2022 su Repubblica è comparso un articolo-recensione dal titolo: «“Cari omosessuali non siete normali”. Le sparate del generale dell’Esercito contro gay, femministe, ambientalismo e migranti». Il pezzo ripercorre quanto scritto, citando le frasi salienti e problematiche che – se attribuite a un generale dell’Esercito – risultano essere ancor più gravi. Questa sua opinione espressa nel libro – per la quale il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto tre tweet da ieri, condannando non solo la questione in sé ma anche l’odio indirizzato alle Forze Armate che ne è derivato – è al centro di articoli di giornale e rilanci social da quasi ventiquattro ore.

Se ne parla sulla stampa, se ne parla sui social, c’è chi – come sempre succede in questi casi, nelle vicende che polarizzano così rapidamente – sta dalla parte del generale e chi gli dà contro. Ha senso osservare, visto come sono andate le cose, che sia stato l’articolo di Repubblica – dietro cui c’è l’intenzione di far notare questo grave cortocircuito – il trigger (nel senso di innesco) che ha permesso al libro di raggiungere le prime posizioni in classifica su Amazon.

Come abbiamo approfondito, del resto, non è solo il numero di vendite a determinare il successo di un libro su Amazon: posizionamento, indicizzazione, prezzo di copertina rapportato al numero di copie vendute, numero di ricerche organiche con conseguente acquisto del prodotto. Si tratta di un meccanismo complesso che, nel caso del libro del generale Vannacci, probabilmente non sarebbe partito senza l’articolo di Repubblica poiché il libro altro non è che la condensazione delle opinioni della destra peggiore e più estremista. Il punto non è tanto il contenuto quanto l’autore che, ricoprendo un ruolo istituzionale e avendo una carriera di tutto rispetto all’interno della Difesa di questo Paese, ha espresso opinioni razziste, omofobe e misogine che screditano l’istituzione stessa.

Gli effetti della notizia del libro del generale

In un “momento morto” in cui le notizie scarseggiano, considerato che siamo nella settimana di Ferragosto per tutti – politici compresi – un articolo del genere catalizza l’attenzione e permette alla destra (che non manca di continuare a rilanciare la questione sui social, Crosetto in prima fila) di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su questo libro invece che su questioni ben più importanti (si legga: accise italiane record in Europa, che valgono il 56% del prezzo finale della benzina, mentre al governo c’è chi ha fatto un’intera campagna elettorale basandosi sul fatto che le avrebbe rimosse poiché, si sa, dall’opposizione è tutto molto più semplice).

Il successo di un libro su Amazon si basa in maniera rilevante sulle parole chiave che vengono digitate nella barra di ricerca e – inevitabilmente – le tantissime ricerche di questo libro in seguito alla diffusione su Repubblica, sugli altri giornali e sui social hanno contribuito a decretarne la posizione in classifica nell’arco di 24 ore. Vale la pena, a questo punto, farsi una domanda: se una testata del calibro di Repubblica non avesse parlato del libro (considerato che, prima del 17 agosto, erano comparsi articoli solo su portali minori e strettamente legati al mondo della Difesa), un titolo del genere – primo libro autoprodotto di un autore sconosciuto nel mondo dell’editoria – avrebbe mai potuto raggiungere così tanto successo in così poco tempo nelle classifiche Amazon?

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