Esiste un “caso Amazon” per il libro del generale Vannacci?
In tanti, parlando della pubblicazione dell'alto in grado dell'esercito italiano, stanno mettendo l'accento sul successo che il libro autoprodotto ha sull'e-commerce
18/08/2023 di Gianmichele Laino
È il caso del giorno. Un po’ perché siamo ancora nella settimana di ferragosto e, quindi, le notizie stanno scarseggiando. Un po’ perché anche il governo, in un momento di forte imbarazzo per l’aumento del costo del carburante e l’incapacità di tener fede alla promessa del taglio delle accise sulla benzina, sta spingendo – si vedano le dichiarazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto, che sono arrivate praticamente in corrispondenza della pubblicazione dell’articolo su Repubblica – perché si possa parlare d’altro. E il generale Roberto Vannacci, che ha pubblicato – occhio alle date: il 10 agosto scorso – il suo saggio Il mondo al contrario, in cui si esprimono concetti “da premio Pulitzer” come «Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!», in cui si dice che Paola Egonu, pallavolista italiana, ha tratti somatici che «non rappresentano l’italianità», ha sicuramente dato modo di far parlare di sé. C’è chi si è stupito che il suo libro fosse al primo posto delle classifiche di Amazon, prima nella sezione degli autoprodotti, poi in quella Libertà e sicurezza, per arrivare infine in cima alla classifica dei Best seller di Amazon. Esiste un caso? Nel senso, l’e-commerce ha un ruolo nel successo che la pubblicazione (che contiene palesemente delle frasi eufemisticamente non convenienti se pronunciate da un generale dell’esercito italiano) ha avuto?
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Libro Vannacci su Amazon, perché è salito così tanto in classifica
In realtà, Amazon non è l’unico e-commerce dove si può trovare il libro del generale Roberto Vannacci. Anche su eBay, l’articolo sta avendo molto successo, come dimostra lo screenshot che siamo in grado di riportare:
Così come è opportuno ricordare che, proprio per l’anomalia di traffico delle ultime ore, Amazon ha deciso di sospendere le recensioni che, nella giornata di ieri, sono fioccate a proposito del libro. Ufficialmente il prodotto ha avuto delle limitazioni per l’invio delle recensioni. È Amazon stessa a dire che le cause possono essere molteplici e, tra queste, ci sono sicuramente delle recensioni sospette.
Ovviamente, come avremo modo di indagare all’interno del monografico di oggi di Giornalettismo, non possiamo parlare di un vero e proprio caso Amazon. Al massimo, il successo e la visibilità che il libro sta avendo sull’e-commerce sono dettati da fattori esterni, sempre di carattere mediatico. Tuttavia, l’occasione può essere propizia per effettuare una critica a come funzionano gli algoritmi delle classifiche dei libri di Amazon (oltre che per spiegarne il meccanismo). Il fatto che il libro di Vannacci stia avendo ampio successo non è diretta conseguenza di acquisti monstre e fuori dal comune: semplicemente, è il risultato di una combinazione di fattori (tra questi, sono molto importanti le ricerche organiche) che rendono il libro solo più visibile. Almeno per il momento e se Amazon non rileverà motivi per cui l’articolo – visti i suoi contenuti – potrebbe non essere venduto sullo store online per motivi legati alle policies di Amazon sull’incitamento all’odio.
Il successo su Amazon di un libro come quello di Vannacci spiega molto bene la nostra società immersa nel digitale: una cosa accade soltanto quando se ne parla, non quando si verifica davvero. Il ruolo dell’articolo di Repubblica sul libro del generale, dunque, è diventato focale per la sua visibilità e anche il fatto che il testo sia stato messo in evidenza su Amazon dipende da ragioni molto diverse rispetto all’effettivo acquisto dell’articolo. Un po’ come dire: un post su Instagram ha fatto 10mila like, ma l’articolo in sua corrispondenza ha fatto solo 100 click. L’algoritmo è sempre in grado di pompare un fenomeno. Con il risultato che oggi l’opinione pubblica sta parlando, in gran numero, di un qualcosa che non ha effettivamente letto e che – senza l’algoritmo – non “esisterebbe” nemmeno.